Mediascapes journal: Avvisi https://rosa.uniroma1.it/rosa03/mediascapes <p align="JUSTIFY"><em>Mediascapes Journal</em> è una rivista online open access pubblicata semestralmente che offre articoli di taglio teorico ed empirico il cui obiettivo è offrire uno sguardo originale sul mondo della comunicazione e dei mass media.</p> <p align="JUSTIFY">Nata nel 2013,<em> Mediascapes Journal</em> è la prima rivista italiana espressamente dedicata ai media studies, dove studiosi di diverse generazioni e approcci di analisi possono confrontare teorie, metodologie e sguardi critici. <span class="text">Mediascapes è inserita nell'elenco delle riviste scientifiche di fascia A dall'ANVUR in due specifici settori disciplinari: <em>Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi</em> (<span class="text">Area: 14, Settore: 14C2, SSD: Sps/08); <span class="st"><em>Teatro</em>, <em>musica</em>, <em>cinema</em>, <em>televisione e media audiovisivi</em> </span></span>(Area:10, Settore: 10C1; SSD: <span class="st">L-ART/05</span>).</span></p> <p align="JUSTIFY"><em>Mediascapes Journal</em> è organizzata in due parti: una sezione monografica di saggi, in cui diversi studiosi si confrontano sui temi di maggiore urgenza; una sezione "percorsi di ricerca", che accoglie contributi teorici ed empirici di diversa provenienza, attraverso una call for papers sempre aperta. Tutti gli articoli sono sottoposti ad un sistema di doppio referaggio cieco.</p> <p align="JUSTIFY"><em>Mediascapes Journal</em> accetta contributi in italiano e inglese.</p> it-IT Wed, 14 Feb 2024 17:13:50 +0000 OJS 3.3.0.13 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Call for Submissions: Call for papers - Influ-attivismo: nuove forme di impegno civico tra attivismo digitale e influence culture https://rosa.uniroma1.it/rosa03/mediascapes/announcement/view/113 <p><strong>Influ-attivismo: nuove forme di impegno civico </strong><strong>tra attivismo digitale e <em>influence culture</em></strong></p> <p><em>A cura di Maria Francesca Murru (Università di Bergamo), Marco Pedroni (Università di Ferrara) e Simone Tosoni (Università Cattolica di Milano)</em></p> <p><br />L'attivismo digitale e la <em>influence culture</em>, due temi sempre più centrali nella riflessione delle scienze sociali nel quadro dei processi di piattaformizzazione (Poell, Nieborg e van Dijck 2019), sono stati finora trattati separatamente nel dibattito scientifico. Tuttavia, negli ultimi anni, due processi concomitanti hanno reso meno netta questa distinzione. Da un lato, i principali influencer “commerciali” – ovvero coloro che svolgono professionalmente e con finalità lucrativa l’attività di produzione di contenuti su piattaforme digitali – hanno iniziato a prendere posizioni esplicite su questioni pubbliche controverse, come Chiara Ferragni sui diritti LGBTQIA+. Dall'altro, un numero crescente di <em>creator</em> ha scelto le questioni pubbliche controverse come campo d'azione principale, con l'obiettivo di promuovere il cambiamento sociale in ambiti quali il femminismo intersezionale, la sostenibilità, la disabilità e la giustizia sociale, tra gli altri. Questo fenomeno, che definiamo <em>influ-activism</em>, ha innescato un dibattito nel campo dell'attivismo digitale, cui viene riconosciuta la capacità di promuovere narrazioni non egemoniche. Allo stesso tempo, l'attivismo digitale rischia di essere condizionato dalle logiche neoliberali e mercificanti della comunicazione sui social media.</p> <p> </p> <p>La ricerca attuale sull'attivismo mediato digitalmente coinvolge diverse prospettive disciplinari e punti focali. Molte etichette – tra le altre, “networked publics” (boyd 2011), “hashtag publics” (Rambukkana 2015), “affective publics” (Papacharissi 2015) – sono state coniate nel tentativo di cogliere come e in che misura le piattaforme digitali plasmino le caratteristiche, la permanenza e l’impatto politico dei pubblici. Più recentemente, Kavada e Poell (2021) hanno proposto un nuovo approccio che sposta l'attenzione dai pubblici alla “contentious publicness”, intesa come un’attività discontinua di discorsivizzazione pubblica delle istanze e delle identità. L’obiettivo è la disamina di tutte le varie forme di attivismo digitale che sono modellate dall'infrastruttura materiale dei social media, ma che non necessariamente sfociano nella costituzione di soggettività collettive. Questo è particolarmente rilevante nell’ambito di un’ecologia della comunicazione (Mercea et al., 2016) che esalta una logica di partecipazione egocentrata (Fenton e Barassi 2011), segnata dalla preminenza dell'individuo sul collettivo e dall’enfasi sull’espressione personale a scapito della coltivazione di relazioni più stabili di impegno e solidarietà. Secondo Poell e Van Dijck (2015), i processi comunicativi che innervano l'attivismo contemporaneo non possono che essere compresi nella loro natura essenzialmente “tecno-commerciale”. In questo senso, la crescente personalizzazione della protesta appare prima di tutto come uno sviluppo tecnologico funzionale al modello di business delle piattaforme, basato sulla profilazione degli utenti e sull'architettura algoritmica. In tale contesto, diventa inevitabile che le battaglie culturali e sociali, fino a poco tempo fa promosse online con logiche di movimento, siano ora mediate da piattaforme digitali (Murru e Vicari 2021) e da una vasta schiera di creatori di contenuti in grado di influenzare un vasto pubblico. Si tratta dei cosiddetti "social media influencer" (Khamis et al. 2017) o "digital influencer" (Pedroni 2016; Cotter 2019), mediatori emersi negli ultimi due decenni nell’ambito delle attività di promozione commerciale di diverse industrie culturali (moda, bellezza, benessere e viaggi) (Pedroni 2014, 2022; Rocamora 2018). L'ascesa degli influencer che promuovono prodotti commerciali ha riportato la nozione di "influenza" (Backaler 2018) al centro del dibattito sulle scienze sociali e sui media. Da un punto di vista sociologico, l'"influenza" si riferisce alla capacità di imporre la propria volontà con la persuasione, l'autorità o il prestigio personale, ma senza l'esercizio di alcuna forma diretta o esplicita di potere e coercizione.</p> <p>In relazione a quanto sopra, l'influenza digitale è diventata un concetto chiave negli ecosistemi mediatici contemporanei, in quanto identifica "la capacità di un individuo di influenzare i comportamenti e le opinioni di altre persone online e di indurle a forme di azione in un modo che riecheggia la nozione di opinion leadership nella teoria tradizionale dei mass media" (Gandini 2016: 38). La logica virale alla base degli influencer digitali funziona come tattica chiave nei contesti commerciali e tecnologici e come modalità strutturale della circolazione di informazioni e beni all'interno delle economie capitalistiche (Parikka 2007). Tuttavia, l'influenza digitale è molto più che la capacità di vendere merci (Pedroni 2023); piuttosto, è legata ai processi culturali di creazione e circolazione dei messaggi, nonché alla costruzione e al mantenimento di relazioni con il pubblico all'interno di ecosistemi mediatici governati da specifiche affordance (Van Dijck e Poell 2013) e dal potere algoritmico (Gillespie 2014; Cotter 2019). Pertanto, la relazione tra cultura dell'influenza e attivismo digitale, così come l'interazione tra di essi, sono aree promettenti e poco studiate che meritano di essere ulteriormente esplorate.</p> <p>Alla luce di quanto sopra, obiettivo di questa <em>special issue</em> è fornire un quadro teorico-concettuale, empiricamente fondato, del fenomeno emergente dell’<em>influ-activism</em>, creando un ponte tra gli studi sull'attivismo digitale e quelli sulla <em>influence culture</em>. Per questo scopo, il monografico adotterà un approccio ecologico volto a interrogare:</p> <p>(1) In che modo gli influ-attivisti devono adattarsi alle <strong>affordances </strong>delle piattaforme? In che modo, al contrario, contribuiscono a ridefinirne l’uso?</p> <p>(2) In che misura gli influ-attivisti partecipano al processo di <strong>mediatizzazione </strong>dell’industria culturale (es. moda, beauty, food) in cui lavorano?</p> <p>(3) In quale misura gli influ-attivisti contribuiscono al processo di <strong>piattaformizzazione? </strong>In che modo sono dipendenti dalle piattaforme per la produzione di contenuti? In che modo rendono dipendenti dalle piattaforme anche gli utenti/follower?</p> <p>(4) che ruolo giocano gli <strong>algoritmi </strong>nella produzione di contenuti degli influ-attivisti?</p> <p>(5) In che misura gli influ-attivisti sono produttori di <strong>informazione</strong> o disinformazione (compresa quella di natura commerciale)?</p> <p>(6) In che misura esercitano l’<strong>influenza digitale</strong> che è sottintesa nel loro stesso nome (influ-attivisti)? E verso chi la esercitano? Con quali obiettivi?</p> <p>Per raggiungere questi obiettivi, la <em>special issue</em> accoglierà contributi di taglio empirico, indagando le molteplici esperienze dell’<em>influ-activism</em>. Tra di esse, a titolo di esempio: le forme di impegno civico messe in atto dagli influencer commerciali mainstream; l'ecosistema influ-attivista del femminismo intersezionale; l'ecosistema influ-attivista della resistenza alla scienza ufficiale, la cui controversa rilevanza sociale ha preso piede con la crisi pandemica. I contributi condurranno, in ultima analisi, a una riflessione corale sul tema dell’influenza sociale al tempo dei media digitali.</p> <p> </p> <p><strong>Specifiche</strong></p> <p>Numero massimo di <strong>40.000 caratteri </strong>(incluse note a piè di pagina, riferimenti bibliografici, tabelle, figure, eccetera).</p> <p>Il paper dovrà essere formattato secondo le indicazioni editoriali della rivista. Ti invitiamo a consultare il sito di <em>Mediasacapes Journal</em> per tutte le informazioni relative alle norme editoriali: https://rosa.uniroma1.it/rosa03/mediascapes/about/submissions</p> <p><strong>Scadenze</strong></p> <p>Invio full paper: 2 luglio 2024.</p> <p>Conferma accettazione per l’invio in peer review: 15 luglio 2024.</p> <p>Invio esito referaggio: entro il 30 settembre 2024.</p> <p>Invio articolo in forma definitiva: 15 novembre 2024.</p> <p>Pubblicazione della Special Issue: dicembre 2024.</p> https://rosa.uniroma1.it/rosa03/mediascapes/announcement/view/113 Wed, 14 Feb 2024 17:13:50 +0000