@article{Canevacci_2020, title={IL SOGGETTO UBIQUO esplorazioni etnografiche su corpi d’occhio, comunicazione digitale, performance autoritarie}, volume={4}, url={https://rosa.uniroma1.it/rosa03/novecento_transnazionale/article/view/16494}, DOI={10.13133/2532-1994.16494}, abstractNote={<p>Il saggio si basa sul concetto espansivo di comunicazione visuale; transita tra fotografia, cinema, design, arte, moda, architettura, social network; focalizza alcune parole-chiave con lo scopo di esplorare l’attuale fase politico-culturale neo-autoritaria; applica nella ricerca l’indisciplina etnografica, lo stupor metodologico, le composizioni polifoniche. Introduco i concetti-chiave:</p><p> - <strong>soggetti ubiqui</strong>: l’ubiquità si presenta come il contesto fluido dentro il quale vive l'esperienza del soggetto contemporaneo per la pervasività della cultura digitale.</p><p>- <strong>feticismi visuali</strong>: i cambiamenti del feticismo nella comunicazione contemporanea sono una sfida per l’antropologia.</p><p><strong>- sincretismi culturali: </strong>frammenti di culture incompatibili si connettono in un montaggio di familiare e straniero. </p><p>- <strong>metropoli comunicazionale</strong>: la città industriale svapora e si afferma in modi crescenti la comunicazione digitale che determina la nuova metropoli.</p><p>In questa prospettiva vagante, lo stupore metodologico può osservare le possibili relazioni tra <strong>meta-feticismi</strong> e <strong>meta-morfosi</strong> (un feticismo metamorfico) che attraversa e mescola mito e storia, pietrificazioni e reificazioni, digitale e analogico. L’immaginazione esatta<strong> </strong> può coinvolgere le dispersioni dell’ubiquità<strong> </strong>che fluidificano ogni identità fissa causando liberazioni e regressioni, indifferenze e risentimenti. Le esperienze che sembrano definire la condizione digital-cosmopolita diffondono un ingorgo pulsionale che seduce e sommerge il soggetto.Emerge l’<strong>utopia ubiqua </strong>tra  <em>nessuno luogo</em> dell’utopia e <em>ogni luogo</em> dell’ubiquità: e nel mezzo girano immaginazioni possibili che praticano una eversiva <strong>antropologia</strong>-<strong>non-antropocentrica</strong>: dove l’essere umano non è più il centro del cosmo ma convive con le altre soggettività o entità relativamente autonome, siano esse merci, minerali, vegetali, animali e persino digitalmente divine.</p><p> </p>}, journal={Novecento transnazionale. Letterature, arti e culture}, author={Canevacci, Massimo}, year={2020}, month={mar.}, pages={1–21} }