https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/issue/feedTracce urbane. Rivista italiana transdisciplinare di studi urbani2024-12-30T17:07:17+00:00Editorial Teamtracceurbane.dicea@uniroma1.itOpen Journal Systems<p><strong>Tracce Urbane. Rivista Italiana Transdisciplinare di Studi Urbani </strong><span style="font-weight: 400;">è una rivista di saperi urbani che si rivolge a tutti coloro, ricercatori italiani e stranieri, che studiano e raccontano le città e che operano nell’ambito dell’analisi e della progettazione urbana.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La rivista vuole essere uno spazio di approfondimento e discussione transdisciplinare sulla città su temi quali le periferie, lo spazio pubblico, le differenze, le rappresentazioni urbane, le pratiche di riappropriazione/rigenerazione, le politiche urbane, l’abitare, i nuovi conflitti urbani, le produzioni culturali, le diseguaglianze economiche in ambito urbano.</span></p>https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18817"Ci dite questi ragazzi chi sono?" Percorsi di giustizia minorile tra pena e sostegno 2024-08-02T15:47:33+00:00Fabio Ricciardifabio.ricciardi@phd.unipd.it<div class="page" title="Page 1"> <div class="section"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Questo contributo, tramite la descrizione di un frammento etnografico, cerca di indagare quegli interstizi che vedono protagonisti lo Stato attraverso l’agire dei suoi incaricati e gli operatori sociali che si trovano a contatto con la giustizia penale minorile. Attraverso la descrizione di una situazione specifica che vede come protagonisti un’assistente sociale, una mediatrice, operatori sociali e un minorenne raggiunto da un provvedimento dell’autorità giudiziaria, si cercherà di rendere conto delle differenti dimensioni, strategie e posizionamenti che caratterizzano l’interazione tra istituzioni pubbliche e privato sociale attraverso la quotidianità lavorativa degli attori che vi sono immersi.</p> </div> </div> </div> </div>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Fabio Ricciardihttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18861“Governare” il paesaggio, collaborando. Spunti da differenti esperienze di confronto, nelle scelte paesaggistiche e ambientali, tra amministrazioni locali e pratiche dal basso2024-07-09T13:21:24+00:00Alessandra Marinalessandra.marin@unife.itGiulia CasolinoGiulia.casolino@phd.units.it<p>Il panorama di casi in cui si fa ricorso agli strumenti di partecipazione, nella costruzione delle decisioni relative alla rigenerazione urbana e territoriale, si è arricchito negli ultimi anni di episodi di notevole interesse, che hanno dato forma in più occasioni a strumenti innovativi di governo dei processi che pongono in gioco valori paesaggistici e ambientali. In alcuni di essi, il coinvolgimento di differenti stakeholder ha preso a sua volta avvio da istanze e processi prodotti dal basso, che le amministrazioni sono state in grado di intercettare. Facendo riferimento a tre particolari esperienze, emerge come queste siano azioni che dal punto di vista operativo pongono al centro la necessità di rispondere a questioni relative al cambiamento climatico, alla promozione del riassetto di caratteri spaziali e modi d’uso di parti di città e territori e focalizzano l’attenzione verso la salute dell’ambiente come condizione necessaria per favorire la salute e la prosperità delle comunità.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Alessandra Marin, Giulia Casolinohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18857Condizioni attuali e sviluppi possibili del regime urbano di Roma: dal laissez-faire alla governance collaborativa?2024-07-03T16:58:36+00:00Stefano Simoncinistefano.simoncini@uniroma1.itLuca Brignoneluca.brignone@uniroma1.it<p><span style="font-weight: 400;">Nonostante le sue peculiarità, Roma costituisce un caso paradigmatico dei processi globali che localmente generano frammentazione territoriale e sociale, con una forte preminenza della rendita urbana. Il paper propone di superare una visione deterministica dei regimi urbani adottando l'Actor-Network Theory (ANT) di Bruno Latour, che considera la società come un campo dinamico di relazioni, comprendente attori umani e non umani. Questo approccio consente di rilevare l'ambivalenza del regime urbano di Roma, che ha favorito sia la rendita che l'autorganizzazione, generando un contesto territorialmente molto problematico ma socialmente caratterizzato da un elevato potenziale trasformativo. Come dimostra il caso studio presentato, come attore terzo, l’università, facendo leva su questo potenziale, può favorire un'apertura delle istituzioni a spazi di apprendimento mutuo volti a sperimentare forme di governance collaborativa improntata al commoning e a modelli di sviluppo locale alternativi.</span></p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Stefano Simoncini, Luca Brignonehttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18864Tra il possibile e l’impossibile: una riflessione critica sui processi coproduttivi di natura trasformativa2024-07-10T20:17:44+00:00Medea Ferrignomferrigno@iuav.itVenera Pavoneverapavone@live.itAnna Paola QuagliaAnnaPaola.QUAGLIA@ec.europa.euDavid Mascalidavid.mascali@presidiosimeto.it<p><span style="font-weight: 400;">L'articolo analizza i processi coproduttivi di natura trasformativa, con un focus sul progetto BiodiverCities, un progetto promosso dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea che ha coinvolto dieci dieci città europee, tra cui Regalbuto, un piccolo comune dell’entroterra siciliano. </span><span style="font-weight: 400;">Seguendo, da un punto di vista metodologico, la proposta di John Forester (2007), il contributo propone una riflessione critica a “otto mani” a partire dalle </span><em><span style="font-weight: 400;">practice stories</span></em><span style="font-weight: 400;"> degli autori coinvolti nel processo con posizionamenti differenti (istituzionale, tecnico e civico). </span><span style="font-weight: 400;">Il contributo indaga la possibilità che l’apprendimento che si innesca nei campi di interazione di natura coproduttiva, possa diventare un meccanismo abilitante di processi trasformativi, per mettere in campo dei dispositivi permanenti in grado di trasformare significativamente sia il territorio nel quale vengono agiti che gli attori coinvolti. </span><span style="font-weight: 400;">L'articolo conclude proponendo la creazione di infrastrutture democratiche permanenti, capaci di integrare saperi tecnici, intellettuali e sociali, promuovendo una problematizzazione profonda dei bisogni collettivi e una nuova visione di democrazia più orientata al futuro.</span></p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Medea Ferrigno, Venera Pavone, Anna Paola Quaglia, David Mascalihttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/19000Chi apprende da chi? Sguardi interdisciplinari tra azione pubblica e pratiche dal basso2024-12-26T15:01:08+00:00Carlo Cellamarecarlo.cellamare@uniroma1.itElena Ostanelostanel@iuav.it2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Elena Ostanel, Carlo Cellamarehttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18996Spazi intermedi. Quali relazioni, quali esiti, quali apprendimenti 2024-12-23T11:44:20+00:00Adriano Cancellieriadriano.cancellieri@gmail.comPaolo Grassi paolo.grassi@unimib.itSerena Olcuireserena.olcuire@uniroma.itGiusy Pappalardogiusy.pappalardo@uab.cat2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Adriano Cancellieri, Paolo Grassi , Serena Olcuire, Giusy Pappalardohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18890Mutamenti istituzionali: istituzioni di governo tra cooperazione e conflitto. Un’introduzione2024-10-03T09:43:38+00:00Barbara Pizzobarbara.pizzo@uniroma1.itStefano Pontiggiastefano.pontiggia@gmail.comGiuseppe Scandurragiuseppe.scandurra@unife.it2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Barbara Pizzo, Stefano Pontiggia, Giuseppe Scandurrahttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18965Protagonismo sociale e spazio. Quali apprendimenti?2024-12-21T12:32:36+00:00Francesca Cognettifrancesca.cognetti@polimi.itCarla Tedescoctedesco@iuav.it2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Francesca Cognetti, Carla Tedescohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18968Controproposta al ticket d’ingresso2024-12-21T15:38:01+00:00Stian Rampoldistianrampoldi@hotmail.it2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Stian Rampoldihttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18967Dove vai se la casa non ce l’hai? Ripercorrere a distanza un’esperienza di ricerca con l’occupazione di Porto Fluviale 2024-12-21T14:47:59+00:00Margherita Pisanomargepi@gmail.com2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Margherita Pisanohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18966Abitare Contemporaneo2024-12-21T12:42:00+00:00Giacomo-Maria Salernogiasalerno@gmail.com2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Giacomo-Maria Salernohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18964Civitonia. Riscrivere la fine o dell’arte del capovolgimento2024-12-19T21:41:20+00:00Giacomo-Maria Salernogiasalerno@gmail.com2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Giacomo-Maria Salernohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18888Riconfigurazioni dell’urbano: il caso del Delta ferrarese 2024-11-16T12:45:49+00:00Giuseppe Scandurragiuseppe.scandurra@unife.it<p>Il “Delta Ferrarese” rimane un oggetto sconosciuto nella letteratura delle scienze sociali del Novecento. Nel dopoguerra e' stato,.per almeno due decenni, sotto i riflettori del nuovo sguardo "neorealista" in quanto area depressa, rappresentando, in sintesi, una vera e propria "questione meridionale" in pieno Nord Italia. Ancora oggi, a distanza di tempo, il Delta ferrarese viene descritto come un territorio senza passato e senza futuro. Tanti, però, sono stati gli artisti che hanno lavorato e condotto ricerche in quest'area tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta del Novecento. Le loro opere hanno creato una domanda antropologica in città che ha poi trovato risposta con la creazione della prima cattedra di antropologia a partire dal 2008.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Giuseppe Scandurrahttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18886Intraprendere la costruzione di luoghi terzi2024-09-13T07:19:05+00:00Ota De Leonardisota.deleonardis@unimib.it<p>Il contributo esplora il concetto di “luoghi terzi”, contesti concreti dove iniziative dal basso e poteri pubblici si incontrano, evitando la neutralizzazione istituzionale e generando valore pubblico. A partire dall’esperienza della “carovana dell’intrapresa sociale”, si analizza il superamento del dualismo tra movimenti e istituzioni, mostrando come il confronto possa evolvere in relazioni costruttive. I “luoghi terzi” emergono dalla trasformazione di spazi in contesti vivi, attraverso criteri che pongono al centro le persone, con particolare attenzione ai più vulnerabili, e che promuovono alleanze innovative. Questi processi aperti, in continua evoluzione, rafforzano la funzione pubblica condivisa e il potere istituente. Si sottolinea infine come il lavoro di conoscenza, riflessivo e situato, contribuisca alla costruzione di questi luoghi, offrendo risposte alle sfide della frammentazione sociale e istituzionale.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Ota De Leonardishttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18924Condizioni di efficacia per l’apprendimento istituzionale. Una prospettiva filosofico-giuridica2024-11-18T10:18:22+00:00Nicola Caponenicapone@gmail.com<p>Dopo brevi considerazioni di ordine storico sullo stato delle istituzioni democratiche all’indomani della crisi economica del 2008, il saggio si interroga sui presupposti dell’apprendimento istituzionale da una prospettiva filosofico-giuridica. In particolare si valuterà il processo di produzione di spazio pubblico come momento di attivazione dei processi di apprendimento e si metteranno in discussione alcuni degli strumenti di contesto, ovvero, le ‘Istituzioni’ e gli ‘Atti normativi’, considerati, rispettivamente, come ‘campo di interazione’ e come ‘dispositivo maieutico-ermeneuti’. Infine, si considererà la ‘funzione sociale’ della proprietà quale esempio di norma che svela la natura di un istituto giuridico che è spesso oggetto di conflitto quando si (ri)genera uno spazio pubblico.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Nicola Caponehttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18891Antropologia e istituzioni. Linee teoriche, prospettive metodologiche, paradigmi interpretativi. Una proposta2024-10-07T08:44:50+00:00Enzo Alliegroealliegro@unina.it<p>Questo contributo, dopo aver svolto propedeutici chiarimenti concettuali relativi al termine ‘istituzione’ ed evidenziato l’ambiguità degli usi sociali che sono venuti diffondendosi, esamina alcuni contributi che a partire da Lewis Henry Morgan ed Edward B. Tylor hanno definito nella storia degli studi antropologici un percorso di interessi ben definito di antropologia delle istituzioni che si è arricchito di recente degli approcci di Douglas, Bourdieu, Descola, etc. In termini di sintesi il saggio è indirizzato a mostrare la pertinenza di una definizione estensiva dell’antropologia delle istituzioni, quindi non schiacciata sulle società occidentali moderne, un’antropologia che a partire da concetti importanti quali habitus, schema, codificazioni, modelli, etc. faccia luce sulla codificazione delle azioni, dei pensieri, delle emozioni e dei valori, a cui i processi di istituzionalizzazione (formale e informale) tendono.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Enzo Alliegrohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18859Indagare gli spazi intermedi tra istituzioni e organizzazioni dal basso stando nel mezzo: riflessioni dal campo2024-08-11T06:47:52+00:00Naomi Pedri Stocconpedristocco@iuav.it<p>Partendo da una lettura degli spazi culturali ibridi come spazi intermedi, luoghi di interazione tra meccanismi istituzionali e pratiche dal basso, e inquadrando la co-produzione come processo relazionale situato che evolve nel tempo, il presente contributo propone una riflessione metodologica su come si possono indagare gli spazi intermedi, e sul posizionamento e il ruolo della ricercatrice in questo campo di relazioni tra istituzioni pubbliche e organizzazioni dal basso. Il quadro metodologico che emerge trae spunto da diversi approcci in chiave interdisciplinare. Si analizzano gli approcci di <em>institutional ethnography, </em>elaborato dagli studi sociologici di matrice femminista, e degli studi organizzativi critici <em>practice-based, </em>calandoli nel contesto di campo di una ricerca di dottorato in corso in Regione Puglia nell’ambito della politica “Luoghi Comuni”.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Naomi Pedri Stoccohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18815Tra policy e agency. Uno sguardo etnografico su Bastogi come ‘spazio intermedio’ urbano2024-07-22T13:33:26+00:00Mario Marascomario.marasco@uniroma1.it<p>Questo contributo mette al centro il ruolo del ricercatore sociale presso Bastogi, un centro di assistenza alloggiativa temporanea (CAAT) a Roma, mostrando come i processi di soggettivazione in condizione di forte marginalità, da un lato, e le retoriche e le pratiche del decisore politico, dall’altro, creino una tensione meritevole di essere indagata con la lente concettuale dello ‘spazio intermedio’. Lo studio procede da una ricerca etnografica di lunga durata che si è andata aggiungendo ad una più recente esperienza di antropologia applicata. Quest’ultima postura viene parimenti messa in discussione a favore di un uso sociale della ricerca, la quale non esula l’antropologo dal prendere una posizione (etica) senza sostituirsi alle voci degli attori sociali coinvolti nello studio. Il concetto di ‘spazio intermedio’ viene ripreso da più angolazioni, non solo partendo dai dati etnografici ma anche come spunto per riflessioni di ordine epistemologico.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Mario Marascohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18867Un esperimento di governance urbana per territorializzare le politiche climatiche. Il ruolo delle Case di Quartiere a Bologna2024-08-02T15:30:03+00:00Cassandra Fontanacassandra.fontana@unifi.itMaddalena Rossimaddalena.rossi@unifi.itAndrea Testi andrea.testi@unifi.it<p>Sebbene le città concentrino molti dei processi che contribuiscono ad aggravare il cambiamento climatico, esse possiedono, allo stesso tempo, anche il capitale socioculturale necessario ad ottenere configurazioni socio-ecologiche nuove e alternative a quelle attuali. Partendo da questo presupposto, l’articolo indaga il potenziale ruolo giocato dagli spazi intermedi, intesi come luoghi di sperimentazione e apprendimento collettivo in cui cittadini ed istituzioni pubbliche possano interagire e costruire coalizioni oltre la dinamica binaria di consenso-conflitto. L’analisi verte sul contesto della città di Bologna approfondendo, in particolare, la rete di spazi pubblici noti come Case di Quartiere (CdQ) e la loro relazione con la governance partecipativa locale e delle numerose iniziative incentrate su tematiche ambientali e climatiche. I risultati, ottenuti nel corso di una collaborazione ancora in essere tra Comune di Bologna, Fondazione Innovazione Urbana, e Università degli Studi di Firenze, evidenziano la necessità di superare la presunta natura post-politica delle questioni ambientali e di calare nello spazio, quindi territorializzare, la risposta a queste urgenti sfide. In tal senso, un ruolo di primo piano può essere ricoperto dalle CdQ, laddove queste riescano a diventare arene in cui attori istituzionali e non possano convergere e, soprattutto, divergere.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Cassandra Fontana, Maddalena Rossi, Andrea Testi https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18863Spazi di apprendimento o strumenti di sussunzione neoliberale? Il caso della Fondazione per l’Innovazione Urbana e il ruolo dei processi partecipativi nella città di Bologna2024-08-02T07:08:54+00:00Gioacchino Pirasgioacchino.piras@uniroma1.itMatteo Protomatteo.proto2@unibo.it<p>Nel suo recente saggio <em>Istituzione</em>, il filosofo Roberto Esposito ha riflettuto sull’ambigua etimologia di uno dei più complessi sistemi organizzativi del nostro tempo. Esposito evidenzia tale ambiguità inscritta nei due significati della stessa parola ‘istituzione’: quello di <em>istitutio </em>e quello di <em>istituere. </em>Se il primo rimanda a una concezione statica delle istituzioni, al loro carattere conservativo, vicino a ciò che comunemente intendiamo quando sentiamo parlare di istituzioni, l’altro termine si riferisce invece all’idea di trasformazione continua, di divenire, in breve, di movimento. Partendo da una critica dei processi destituenti, Esposito allarga la sua riflessione ai rapporti in atto nella società, ritenendo che oggi sia necessaria una nuova relazione tra istituzioni e movimenti, dove le prime devono imparare a farsi movimento, per assecondare i processi di democratizzazione, mentre i secondi devono istituzionalizzarsi, per consolidare la loro azione trasformativa. A partire da tale riflessione, il contributo vuole portare l’attenzione ai processi di <em>governance</em> in atto nella città di Bologna, indagando da un lato la capacità del movimento nella sua forma conflittuale e spontanea, e dall’altro della partecipazione come strumento di governo. Il contributo si articola in tre parti. La prima è volta a fornire il quadro teorico post-politico entro cui questo contributo vuole inserirsi. La seconda indaga due casi studio relativi a progettualità e processi partecipativi come espressione del conflitto fra mobilitazioni dal basso e <em>governance</em> urbana. L’ultima parte sarà caratterizzata da una fotografia dello scenario attuale, provando a rispondere agli interrogativi posti durante il discernimento del ragionamento proposto.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Gioacchino Piras, Matteo Protohttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18866Municipi a Milano. Ruoli, opportunità e limiti nello scambio tra istituzioni ‘iperlocali’ e cittadinanza2024-08-13T07:29:03+00:00Antonella Bruzzeseantonella.bruzzese@polimi.it<p>Il contributo riflette sul ruolo dei municipi in relazione alle forme di apprendimento tra istituzioni, cittadini, associazioni. Le considerazioni si basano in primo luogo sull’esperienza diretta di chi scrive, maturata come consigliera eletta, assessore e vicepresidente di un municipio milanese. Quali forme di apprendimento nella attività amministrativa di un municipio? Come si articolano e in che direzioni si muovono? Che ruolo ha il municipio? Quali i limiti di tale apprendimento e come facilitarlo e renderlo efficace? A partire da progetti e processi su cui chi scrive ha avuto responsabilità e praticato una osservazione partecipante, il paper riflette intorno a tre ruoli del municipio nella relazione tra cittadini e amministrazione nel governo del territorio alla scala ‘iperlocale’. Tre ruoli – <em>tramite, portatore di conoscenza, attivatore di forme di cura</em> – che illuminano contestualmente potenzialità e limiti dell’azione pubblica e del processo di apprendimento.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Antonella Bruzzesehttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18871Per un approccio istituente-organizzativo all’interpretazione della relazione tra istituzioni e società civile: riflessioni dai quartieri ERP di Catania2024-07-29T13:48:49+00:00Laura Saijalaura.saija@unict.itGiulia Li Destri Nicosiagiulia.lidestrinicosia@unict.it<p>Da tempo il dibattito disciplinare si occupa della relazione tra gli enti pubblici e la cosiddetta società civile in materia di governo di città e territori. Questo articolo contribuisce a questo ampio dibattito a partire da una specifica prospettiva teorica, che definiamo istituente-organizzativa, e che mette insieme: il pensiero istituente del filosofo Roberto Esposito, che riflette sulla capacità degli attori collettivi di esprimere e rappresentare, nel tempo, i bisogni espressi dai singoli; le teorie e le pratiche di mobilitazione civica organizzata ispirate al concetto di <em>organizing </em>di matrice nord-americana. Questa prospettiva è usata per discutere due casi di auto-organizzazione civica in quartieri di edilizia residenziale pubblica di Catania, e per argomentare la necessità di guardare alla specificità delle forme e degli strumenti organizzativi che ciascuna organizzazione civica ha scelto di impiegare. Suggeriamo, infatti, che da questi aspetti possa dipendere la capacità delle organizzazioni di esprimere una forza istituente, e quindi di raccogliere, formalizzare e continuare ad esprimere nel tempo una domanda realmente rappresentativa delle diverse esperienze individuali.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Laura Saija, Giulia Li Destri Nicosiahttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18858Apprendere relazionandosi con gli strumenti dell’azione pubblica: il caso della rigenerazione (dal basso) del giardino di Palazzo Bocca Trezza a Verona2024-07-20T15:59:22+00:00Maria Antonietta Bergamascoinfo@dhubatelier.comEmanuela Gamberoniemanuela.gamberoni@univr.itStefania Marinismarini@iuav.it<p>Negli ultimi anni stiamo assistendo a un progressivo aumento di spazi rigenerati dall’azione civica con pratiche di cura che rafforzano la dimensione relazionale e collaborativa, promuovendo la coesione e l’inclusione sociale. In Italia, dal 2014, tali processi sono stati facilitati dalla diffusione dei regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni che aderiscono al paradigma collaborativo. Non sempre però sono chiari i meccanismi e i fattori che possono favorire l’apprendimento e lo sviluppo di agency nelle iniziative civiche. Il contributo intende pertanto indagare tali aspetti a partire da uno studio di caso nella città di Verona. Attraverso la narrazione densa di spazi, trame relazionali e attori coinvolti nonché dall’analisi della relazione con i diversi strumenti dell’azione pubblica intercettati nel tempo e degli impatti che essi hanno avuto sull’iniziativa civica, l’articolo rileva gli apprendimenti sviluppati nella pratica e alcuni aspetti critici.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Maria Antonietta Bergamasco, Emanuela Gamberoni, Stefania Marinihttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18849Rethinking the innovativeness of civic initiatives: institutionalised practices as resources for action and limits to innovation2024-07-29T08:13:14+00:00Francesco Campagnaricampagnarifrancesco@gmail.com<p>L’impegno di pubbliche amministrazioni ed iniziative civiche nella risoluzione<br />di problemi pubblici è stato interpretato considerando l’azione delle prime<br />come istituzionalizzate, rigide e incapaci di apprendere, e quella delle<br />seconde come flessibile, sperimentale, innovativa. Recenti ricerche hanno<br />tuttavia sottolineato come le iniziative civiche possano sviluppare processi di<br />istituzionalizzazione. In linea con questa prospettiva, il presente contributo<br />esplora come l’istituzionalizzazione influenzi l’impegno delle iniziative civiche<br />in nuove situazioni problematiche. Analizzando casi di studio in Slovacchia e<br />in Francia, si sostiene che le iniziative istituzionalizzate possono confrontarsi<br />con queste situazioni aprendo nuovi processi sperimentali, in cui le loro<br />pratiche istituzionalizzate possono essere risorse per l’azione; la loro capacità<br />di sviluppare innovazione istituzionale sulla base di queste nuove esperienze<br />è tuttavia limitata, suggerendo che l’innovatività delle iniziative civiche vada<br />problematizzata.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Francesco Campagnarihttps://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18860Il polo civico del Quarticciolo. Autorganizzazione e innovazione delle politiche pubbliche in un quartiere ERP di Roma2024-09-16T08:38:03+00:00Alessia Pontorieroalessia.pontoriero@uniroma1.it<p>In questo lavoro esaminerò il caso di studio del Quarticciolo a Roma, dove una ricca rete di realtà associative e autorganizzate hanno animato un percorso di rivendicazione e confronto con le amministrazioni pubbliche in grado di incidere profondamente sulla vita della borgata e di fornire alcuni suggerimenti utili per ripensare al ruolo delle politiche pubbliche alla scala del quartiere. Nonostante le rivendicazioni si collochino in una scala parziale e ridotta, aggrediscono questioni afferenti alla sfera della produzione e della riproduzione sociale, non a caso profondamente in crisi (Alquati, 2021; Federici, 2014; Morini, 2022; Fraser, 2017; Fraser, Honneth 2020), che colloca le istanze espresse su un livello potenzialmente riproducibile in altri territori.</p> <p>Nel caso esaminato nello specifico, l’ottenimento della residenza anagrafica, l’accesso ai servizi sociali territoriali, le vertenze per garantire un alloggio degno agli abitanti e alle abitanti della borgata, le rivendicazioni per la riqualificazione degli spazi aperti e per il completamento delle opere pubbliche incompiute o abbandonate sono stati momenti di un conflitto ancora in corso che hanno indotto le amministrazioni a prevedere strumenti di confronto e ascolto del territorio, che seppur non codificati, hanno definito un iter di implementazione delle politiche più efficace di quanto ordinariamente realizzato.</p>2024-12-30T00:00:00+00:00Copyright (c) 2024 Alessia Pontoriero