Tracce urbane. Rivista italiana transdisciplinare di studi urbani https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane <p><strong>Tracce Urbane. Rivista Italiana Transdisciplinare di Studi Urbani </strong><span style="font-weight: 400;">è una rivista di saperi urbani che si rivolge a tutti coloro, ricercatori italiani e stranieri, che studiano e raccontano le città e che operano nell’ambito dell’analisi e della progettazione urbana.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La rivista vuole essere uno spazio di approfondimento e discussione transdisciplinare sulla città su temi quali le periferie, lo spazio pubblico, le differenze, le rappresentazioni urbane, le pratiche di riappropriazione/rigenerazione, le politiche urbane, l’abitare, i nuovi conflitti urbani, le produzioni culturali, le diseguaglianze economiche in ambito urbano.</span></p> Sapienza Università di Roma it-IT Tracce urbane. Rivista italiana transdisciplinare di studi urbani 2532-6562 <h4>NOTA DI COPYRIGHT</h4> <h3>Proposta di licenza Creative Commons</h3> <p> </p> <h4>1. Proposta per riviste Open Access</h4> <p><br />Gli autori che pubblicano su questa rivista accettano le seguenti condizioni:</p> <p>Gli autori mantengono i diritti sulla loro opera e cedono alla rivista il diritto di prima pubblicazione dell'opera, contemporaneamente licenziata sotto una <a href="http://creativecommons.org/licenses/by/3.0/" target="_new">Licenza Creative Commons - Attribuzione</a> che permette ad altri di condividere l'opera indicando la paternità intellettuale e la prima pubblicazione su questa rivista.</p> <p>Gli autori possono aderire ad altri accordi di licenza non esclusiva per la distribuzione della versione dell'opera pubblicata (es. depositarla in un archivio istituzionale o pubblicarla in una monografia), a patto di indicare che la prima pubblicazione è avvenuta su questa rivista.</p> <p>Gli autori possono diffondere la loro opera online (es. in repository istituzionali o nel loro sito web) prima e durante il processo di submission, poiché può portare a scambi produttivi e aumentare le citazioni dell'opera pubblicata (Vedi <a href="http://opcit.eprints.org/oacitation-biblio.html" target="_new">The Effect of Open Access</a>).</p> La centralità dell’immaginario artistico nel costruire e decostruire l’immaginario territoriale. Le aree interne come campo di sperimentazione creativa e immaginazione collettiva https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18690 <p style="font-weight: 400;">L’articolo esplora in che modo l’arte, intesa come pratica, possa rappresentare un approccio metodologico di interesse nell’ambito della ricerca urbana, per un’espansione del campo disciplinare e una riconfigurazione dell’urbano. </p> <p style="font-weight: 400;">Nell’attitudine all’attraversamento dei margini disciplinari, si riconosce nella pratica artistica uno strumento epistemologico decolonizzante le strutture razionali cartesiane e una prassi trasformativa abilitante. A partire da queste premesse, si farà riferimento al ruolo agito da pratiche e progettualità culturali in altri ‘margini’ – i centri minori in via di spopolamento e abbandono, i territori interni – per capire come la prassi dell’arte agisce per decostruire e ricostruire nuovi o altri immaginari territoriali.</p> Stefania Crobe Copyright (c) 2024 Stefania Crobe https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18690 Pratiche culturali nella coesione territoriale https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18662 <p>All’interno di una complessiva tendenza di unificazione globale, assistiamo a un aumento di disuguaglianze territoriali che vedono le città crescere e fiorire a discapito di territori sempre più visti come marginali, fragili, e spesso oggetto di estrazione di risorse umane e materiali. In questo quadro, diversi tentativi, politici, accademici o applicati, vanno nella direzione del superamento del binomio urbano-rurale e tentano di dare una nuova centralità ai territori al margine basandosi sugli asset locali culturali (festival, produzioni artistiche residenziali o spazi rigenerati) o ecosistemici (biofisici, estetici, educativi o ricreativi) che li caratterizzano. Attraverso l’esame di Borgofuturo, esperienza di rigenerazione culturale dell’entroterra marchigiano, analizziamo come il supporto a pratiche culturali situate possa creare relazioni proficue e processi duraturi che permettano a questi territori di capovolgere le narrative di polarizzazione territoriale e di estrazione di valore dominanti, dando un nuovo protagonismo agli attori culturali nei discorsi e nelle politiche di coevoluzione società-territorio.</p> Inabita Laboratorio Territoriale Matteo Giacomelli Fulvia Calcagni David Giacomelli Copyright (c) 2024 Inabita Laboratorio Territoriale https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18662 L’esperienza dei Fumi della fornace a Valle Cascia. Una festa per re-immaginare una comunità https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18725 <p style="font-weight: 400;">Il collettivo Congerie nasce in seno alle problematiche politiche e ambientali di Valle Cascia, frazione di Montecassiano, nella regione Marche. L’esperienza del gruppo rappresenta un caso emblematico di come le pratiche artistiche e performative possano fornire una lente di interpretazione, conoscenza e risemantizzazione del paesaggio e della comunità.</p> <p style="font-weight: 400;">La ricerca si focalizza sull’attività portata avanti dal collettivo nella frazione industriale di Valle Cascia, sorta agli inizi del Novecento, in concomitanza con l’apertura della Fornace Smorlesi, destinata alla produzione di laterizi che ha chiuso la sua attività produttiva nel 2012, lasciando un relitto architettonico, con estese coperture di amianto in stato di abbandono. La chiusura della fornace ha portato con sé lo sgretolamento della comunità operaia e la dissoluzione dell’identità dell’intero luogo.</p> <p style="font-weight: 400;">Dal 2019 il collettivo cura il progetto “I Fumi della fornace”, una festa che, a partire dall’idea del fallimento industriale, torna ad abitare lo spazio pubblico attraverso il momento collettivo e rituale. I dispositivi curatoriali proposti nella programmazione culturale offerta mettono in dialogo le testimonianze orali, la storia e le tradizioni del luogo con le soggettività attive nel campo delle arti visive e performative contemporanee.</p> Valentina Compagnucci Elisa Michelini Copyright (c) 2024 Valentina Compagnucci, Elisa Michelini https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18725 Un’esperienza di cultural-led development nelle aree interne. Il festival Abitare Connessioni https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18678 <p style="font-weight: 400;">Le politiche e le strategie di <em>cultural-led development</em> stanno acquisendo un'importanza crescente nella promozione dello sviluppo sostenibile nelle aree rurali e marginali. Il <em>case-study</em> del festival Abitare Connessioni, quale ambito di sperimentazione di prassi artistiche e culturali, offre uno spunto per valutare l'impatto e l'importanza della cultura nella rigenerazione del tessuto territoriale. Questa ricerca esamina le opportunità e i limiti dei processi di rigenerazione finalizzati principalmente a restituire riconoscimento e legittimità alle comunità e ai territori, evidenziando il ruolo che tali comunità assumono nella governance dei processi e delle attività.</p> Nicolò Fenu Enrica Puggiorni Copyright (c) 2024 Nicolò Fenu, Enrica Puggiorni https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18678 Territori di andata e di ritorno, comunità diffusa sulle rotte della migrazione interna. Un festival di cinema itinerante nei paesi dell’Appennino Meridionale https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18679 <p style="font-weight: 400;">Il saggio illustra un’esperienza puntuale di ricerca-azione svolta dalle autrici e legata a doppio filo all’ideazione e allo sviluppo di un festival culturale itinerante nei piccoli paesi dell’Appennino Meridionale (FRAPPP!). Così facendo avanza una riflessione sul possibile ruolo di pratiche transitorie nel generare cambiamento, soffermandosi in particolare sugli inneschi e potenzialità di comunità diffuse, che travalicano la residenzialità per costruire ambiti di cura di luoghi e relazioni.</p> Silvia Cafora Rossella Asja Lucrezia Ferro Cassandra Fontana Copyright (c) 2024 Silvia Cafora, Rossella Asja Lucrezia Ferro, Cassandra Fontana https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18679 Traumi e trasformazioni: processi di ricostruzione sociale nella ‘flood valley’ https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18591 <p> </p> <p style="font-weight: 400;">A maggio 2023 l’Emilia-Romagna è stata sconvolta da due catastrofiche alluvioni. Luminasio (frazione di Marzabotto, comune della città metropolitana di Bologna) è stata divisa in due da una frana che ha isolato per settimane alcuni borghi e decine di abitanti. Mentre l’attenzione era sulla pianura allagata, nell’Appennino il territorio ha mostrato tutta la propria fragilità, ponendo un quesito esiziale: vivere la montagna e le sue criticità, o sfollare verso la città?</p> <p style="font-weight: 400;">Durante l’estate, tracce di relazioni urbane hanno iniziato a delineare sentieri di ricostruzione sociale tra questi crinali. Quello che indaghiamo è un processo in fieri. Un (ri)pensare la relazione tra città e montagna, un percorso non lineare che cammina lungo i crinali tra un “atto di rispettabile testimonianza” e una progettualità concreta e radicata. Con questo articolo vogliamo approfondire i processi che si stanno attivando nella frazione di Luminasio, mettendone in evidenza le relazioni metropolitane e la loro capacità di ridefinire le forme dell’urbano.</p> Marco Palma Niccolò Cuppini Giovanni Cattabriga Serena Miccolis Angela Santese Margherita Caprilli Copyright (c) 2024 Marco Palma, Niccolò Cuppini, Wu Ming 2, Serena Miccolis, Angela Santese, Margherita Caprilli https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18591 Laboratori-membrana in transizione verso la quinta urbanità https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18640 <p>Casale Il Sughero, concepito nel 2004 e partito nel 2010, si inserisce come laboratorio-membrana sperimentale di nuove visioni nel progetto di area vasta denominato <em>Città del Parco</em> prima, e <em>Città del Quarto Paesaggio</em> poi, nel Parco Nazionale del Cilento, in provincia di Salerno. Il Casale è un luogo di produzione di beni primari – alimentari e relazionali – e luogo di accoglienza e transito ‘anti turistico’ per viaggiatori intesi come ‘residenti equivalenti’ in un’ottica di ingaggio reciproco e ragionato tra città e campagna, con l’obiettivo di superare questa dicotomia lavorando sull’immaginario espresso e inespresso dei luoghi e quindi sulla moltiplicazione delle relazioni cognitive ed esperienziali possibili che, per l’appunto, possono giocare la partita di una rilettura e quindi di una rimappatura dei luoghi sublimi non in senso post-turistico ma anti turistico, in cui guadagna terreno l’ipotesi di una <em>inversione di immaginario</em> che abbia voglia di disegnare nuove urbanità, rendendo possibile passaggi ed incontri tra abitanti temporanei e viaggiatori contemporanei a diverse velocità.</p> Amedeo Trezza Copyright (c) 2024 Amedeo Trezza https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18640 Le nuove dimensioni dell’urbano e la riscoperta del territorio: una nuova sfida per il progetto https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18844 Giovanni Maciocco Lidia Decandia Copyright (c) 2024 Giovanni Maciocco, Lidia Decandia https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18844 Immaginazioni abitative. Una riflessione antropologica sugli spazi marginali nell’ecumene globale https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18651 <p>Il presente contributo intende riflettere sul ruolo dell’immaginazione nel plasmare le scelte abitative all’interno della provincia marchigiana di Macerata. Il punto di partenza adottato considera l’immaginazione come un campo organizzato di pratiche sociali influenzate dall’intreccio di flussi globali e locali di capitali, merci, persone e idee all’interno dell’ecumene globale. Inoltre, riadattando la riflessione di Simondon sugli oggetti tecnici, si cercherà di evidenziare come lo stretto legame tra case e immaginari non dipenda solamente da fattori economici, ma anche dalle possibilità di apertura degli stessi oggetti a nuove forme di individuazioni. Rivolgendo l’attenzione a queste pratiche quotidiane diventa possibile rintracciarne frizioni e avvicinamenti tra sfera individuale, locale e globale, senza ricondurle ad una omogeneizzazione delle immaginazioni dei luoghi.</p> Riccardo Montanari Copyright (c) 2024 Riccardo Montanari https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18651 Ruralità immaginate. La campagna toscana contemporanea tra globalizzazione, gentrification e mercificazione https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18661 <p>La campagna toscana è interessata da decenni da importanti trasformazioni sociali e territoriali. Se con la fine della mezzadria i paesaggi rurali hanno conosciuto lo spopolamento e la conseguente rinaturalizzazione di aree un tempo coltivate, a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso sono stati attraversati e riabitati da nuovi residenti, turisti, intellettuali, imprenditori e lavoratori stranieri, molti dei quali provenienti dalle città. In questo saggio presenteremo e discuteremo questi mutamenti e i processi storici, culturali e sociali che li hanno determinati, portando come caso studio l’area del Chianti e utilizzando categorie e teorie degli studi urbani per ripensare la relazione urbano/rurale ed elaborare nuove interpretazioni dell’ambiente antropizzato.</p> Pietro Meloni Velntina Lusini Copyright (c) 2024 Pietro Meloni, Velntina Lusini https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18661 Abitare a intensità variabile. Biografie in movimento nei territori interni dell’Italia meridionale https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18673 <p>Lo spopolamento non è l’esito finale di un processo ma il processo stesso; non è solo indice quantitativo che descrive la diminuzione dei residenti, ma dinamica complessa considerabile causa e conseguenza di una progressiva trasformazione qualitativa delle forme dell’abitare e dei territori che le ospitano. A partire da un’etnografia condotta a Biccari (Fg), comune dell’Italia interna meridionale, estrapoliamo qui una riflessione sullo spopolamento come processo di lungo corso, generatore di continue alterazioni spazio-temporali e di un abitare a ‘intensità variabile’. Se guardato a momenti diversi del giorno, del mese e delle varie stagioni, il paese si mostra ai nostri occhi come un’entità mutevole, caratterizzata da una serie di configurazioni diverse e popolata da un mosaico variegato di figure abitanti. Esse declinano, attraverso le loro pratiche quotidiane, forme variabili di appartenenza al territorio e si fanno portatrici di precise richieste spaziali. Esse ci invitano, così, a pensare politiche e progetti che agiscano sull’abitabilità dei luoghi piuttosto che ambire – a tutti i costi – ad un ripopolamento ‘numerico’ dei luoghi dello spopolamento.</p> Valeria Volpe Copyright (c) 2024 Valeria Volpe https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18673 Praticare e sostenere il cambiamento dai margini, tra nuovi immaginari, azioni e politiche. Il caso dei Paduli https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18681 <p>Questo contributo riflette su un processo di cambiamento nei modi di abitare e progettare il futuro in un territorio rurale del basso Salento, sviluppatosi negli ultimi vent’anni attorno alla costituzione di un parco agricolo multifunzionale in un’area, quella dei ‘Paduli’, che sembrava destinata all’abbandono e alla marginalità. Tale processo, sebbene fortemente messo alla prova, negli anni più recenti, dalla drammatica diffusione della Xylella, offre interessanti spunti di riflessione sui processi di rinascita delle aree marginali, sottolineando l’importanza di diversi fattori. Quello dell’immaginario, quale strumento attraverso cui riannodare in modo diverso passato e futuro, costruendo una contronarrativa che sfida visioni consolidate. Quello delle azioni di una coralità di soggetti che popolano il presente di sperimentazioni generative, esse stesse luogo di riflessione e di rielaborazione sul significato del cambiamento in atto. E quello delle politiche, quali dispositivi di attivazione di pratiche e di visioni di futuro, che, se ben disposte, possono contribuire a sostenere i processi di cambiamento dando loro profondità d’azione.</p> Laura Grassini Copyright (c) 2024 Laura Grassini https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18681 Decostruire immaginari: il disastro pandemico oltre la dicotomia centro-periferia https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18677 <p>Gli studi urbani convengono nel ritenere gli attuali processi di urbanizzazione come un intreccio tra complesse scale non più circoscrivibili in unità spaziali geograficamente delimitate e che estendono il tessuto urbano oltre la tradizionale dicotomia centro-periferia. In Lombardia, questa estensione dell’urbano assume una peculiare forma policentrica definita a partire dalle plurime e dense relazioni che legano centri urbani di diversa dimensione con territori periferici. Il presente articolo intende contribuire al dibattito attraverso l’analisi del caso studio della diffusione del COVID-19 nella provincia di Bergamo durante la prima ondata pandemica, combinando i framework teorici della sociologia urbana, gli studi territorialisti e l’ecologia politica contemporanea. I meccanismi che hanno agito nella diffusione del virus forniranno un caso studio empirico tramite il quale ricostruire il tessuto urbano a partire dai flussi relazionali, economici e sociali che lo attraversano, flussi che sono stati i veicoli primari di diffusione del virus e che hanno messo in luce nuovi spazi di vulnerabilità urbane.</p> Alexandra D'Angelo Paolo Castelli Copyright (c) 2024 Alexandra D'Angelo, Paolo Castelli https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18677 Oltre aree interne e borghi: i paesi come spazi relazionali. Scarti di zolfo e nuovi abitanti a Cianciana (Sicilia) https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18655 <p>L’articolo riflette sul paese come oggetto geografico irriducibile alle definizioni delle aree interne: una categoria che, se ha avuto il merito di rilanciare il discorso su questi territori, l’ha anche appiattito su prospettive che spesso reiterano binarismi oppositivi e limitano la comprensione di pratiche, soggettività e spazialità ibride. Prendendo distanza da questa categoria, l’articolo considera il paese al di là dell’opposizione dicotomica con l’urbano: uno spazio relazionale in cui la ruralità è attraversata da processi di globalizzazione, mobilità e urbanizzazione. All’interno di questa cornice teorica, l’articolo descrive il caso di Cianciana, in Sicilia, in cui scarti di zolfo e nuovi abitanti internazionali rimandano a storie di restanza, forme di riuso turistico dell’<em>heritage</em> industriale e pratiche di turismo residenziale. Attraverso questo caso, l’articolo riflette sul paese come spazio relazionale, riconfigurato da traiettorie che tengono insieme globalizzazione e marginalizzazione, innovazione e abbandono, nuove migrazioni e persistenti abbandoni.</p> Francesca Sabatini Copyright (c) 2024 Francesca Sabatini https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18655 Da linea minore a metro di valle. La rete ferroviaria della Valle della Roya nella costruzione della metromontagna https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18671 <p style="font-weight: 400;">Questo articolo si basa su una ricerca-azione incentrata sulle rappresentazioni e sugli utilizzi della linea ferroviaria della Valle della Roya nel contesto delle devastazioni causate dalla tempesta Alex (2020). Durante il processo di ricostruzione, la ferrovia ha funzionato da catalizzatore per iniziative ed è tornata a essere un elemento chiave di una rete locale di servizi. L'osservazione del territorio attraverso il prisma dell'infrastruttura ci permetterà di cogliere le dinamiche tra le aree urbane e la Valle, evidenziando le diverse scale a cui è abitato. Inoltre, ci consentirà di sviluppare una visione strategica di sviluppo basata sull'idea di reciprocità nel rapporto tra metropoli e montagna (Dematteis, 2012). Questa prospettiva mira a superare le contrapposizioni dialettiche tra predominanza e dipendenza, centralità e marginalità, e sottolinea il potenziale delle infrastrutture esistenti per riformulare le narrazioni e riarticolare le relazioni tra città e montagna.</p> Gabriele Salvia Marion Serre Copyright (c) 2024 Gabriele Salvia, Marion Serre https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18671 Co-progettare politiche del cibo per territori ibridi. Il caso di Cavallino-Treporti tra litorale e laguna di Venezia https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18672 <p>In risposta alle crisi socio-ecologiche contemporanee, il cibo emerge come tema cruciale nella progettazione e pianificazione urbana e territoriale. Tuttavia, le politiche alimentari, spesso urbano-centriche, non tengono in debita considerazione anche territori altri, tra cui i territori ibridi urbano-rurali con sfide ambientali e sociali uniche. Il contributo discute la necessità di politiche alimentari che tengano conto anche di queste specificità. In particolare, l’articolo si concentra su Cavallino-Treporti (VE), territorio ibrido tra mare e laguna, che sta affrontando oggi sfide legate alla predominanza dell’economia del turismo e all’aumento delle fragilità ambientali. La ricerca mette in luce alcune pratiche locali innovative che rimangono, però, frammentarie ed episodiche. In questo contesto, si discutono possibili strumenti per la costruzione di politiche del cibo che considerino specificatamente i territori ibridi, apprendendo dalle pratiche già in essere e, avviando e facilitando la loro messa in rete attraverso un processo di co-progettazione.</p> Cristina Catalanotti Alessandra Marcon Maria Chiara Tosi Copyright (c) 2024 Cristina Catalanotti, Alessandra Marcon, Maria Chiara Tosi https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18672 Ruining urbanization. Nuove forme di produzione della vita urbana attraverso la ricolonizzazione delle rovine di Castel Volturno https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18676 <p><span style="font-weight: 400;">A Castel Volturno, al margine di Napoli, la vita si manifesta in modo creativo tra rovine, riflettendo una mutazione nella produzione dello spazio urbano nel contesto neoliberista. Questo luogo emblematico degli attuali processi di urbanizzazione in Europa è una città costiera disseminata di rovine, influenzata dal declino turistico locale e facente parte della Terra dei Fuochi. Proprio grazie a questo, è abitata da comunità </span><em><span style="font-weight: 400;">dispossessed</span></em><span style="font-weight: 400;"> che implementano sistemi spontanei di mobilità, diventando un centro di economie del riciclo e di lavoro povero. Castel Volturno sfida l'espansione capitalistica tradizionale, proponendo una produzione dello spazio in cui la vita ricolonizza le rovine, generando nuovi significati infrastrutturali e culturali. Il contributo esplora le relazioni multiscalari che costituiscono il carattere di questo luogo, evidenziando la rete di welfare e umanitaria come "istituzioni intermedie" fondamentali in assenza di istituzioni formali. L'analisi si inserisce nel dibattito sulla ruination urbana, considerando le rovine come parte integrante del processo di produzione della città e esplorando le possibilità generative della ruination attraverso un approccio empirico ed etnografico.&nbsp;</span></p> Sofia Moriconi Veronica Orlando Daniela De Michele Copyright (c) 2024 Sofia Moriconi, Veronica Orlando, Daniela De Michele https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18676 Pratiche dell’abitare nei territori in contrazione. “Case a 1 euro” e l’insostenibile leggerezza delle politiche https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18674 <p>L’attivazione di nuove pratiche dell’abitare nelle aree interne contribuisce a fronteggiare gli effetti indotti dalla contrazione demografica sulle comunità locali, interessate da fenomeni di esodo, restanza e ritorno dei residenti o da dinamiche di turisticizzazione. Il contributo riflette sulle iniziative degli enti locali per attrarre nuova residenzialità, stabile o temporanea, promuovendo il recupero del patrimonio edilizio inutilizzato, in particolare sull’esperienza “Case a 1 euro” su scala nazionale e in Sardegna. Il meccanismo prevede la possibilità per i proprietari di cedere gli immobili in disuso, a un prezzo simbolico, a soggetti privati che si assumono l’onere della ristrutturazione. Si discute infine sull’efficacia di una politica di contrasto allo spopolamento basata sulla svendita del patrimonio immobiliare, sulla scia di un’interpretazione semplicistica e bucolica dei territori marginali, in cui la valorizzazione della componente materiale degli insediamenti, secondo logiche di marketing turistico, prevale sui valori sociali e identitari delle comunità locali.</p> Anna Maria Colavitti Alessio Floris Virginia Onnis Sergio Serra Copyright (c) 2024 Anna Maria Colavitti, Alessio Floris, Virginia Onnis, Sergio Serra https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18674 Abitare multilocale. Giovani e vita quotidiana tra aree interne e spazi urbani https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18646 <p>Il saggio discute le forme dell’abitare multilocale giovanile, inteso come l’atto di soggiornare con regolarità tra due o più dimore abituali. Interseca la prospettiva dei <em>residential multilocality studies</em> al dominio degli <em>youth studies</em> per interpretare i vissuti e le prospettive di mobilità dei giovani che si spostano con frequenza, per studio o lavoro, tra un’area interna e una urbana. A partire da elementi di riflessione ed evidenze di campo su un’area interna del Molise, discute i principali modelli tipologici dell’<em>abitare multilocale</em> costruendo una classificazione utile ad interpretare i nuovi movimenti giovanili alla luce dei sistemi differenziali di accesso alle risorse (vincoli e opportunità) che presidiano le costruzioni biografiche e le transizioni all’adultità. Perviene al riconoscimento di nuove soggettività diversamente e paradigmaticamente mobili e concepisce gli squilibri territoriali, non in termini polarizzanti, ma come interconnessioni possibili tra interno e urbano.</p> Vincenzo Carbone Mirco Di Sandro Copyright (c) 2024 Vincenzo Carbone, Mirco Di Sandro https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18646 Abitare precario tra i margini. Limiti, scarti e rotture nel fare territorio https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18658 <p>Partendo dall’osservazione di pratiche abitative ai margini, questo testo intende approfondire il legame tra interdipendenza (intesa come dipendenza dagli altri per la sopravvivenza) e lotta per la sopravvivenza. Il testo si propone di comprendere come questi due aspetti si intreccino con diverse forme di precarietà. In contesti di margine, alcuni corpi sono particolarmente vulnerabili ed esposti a condizioni precarie per effetto di conflitti, colonialismo e sgomberi forzati. L’articolo indaga le diverse pratiche e le forze creative che emergono in contesti marginali difficilmente categorizzabili, e all’interno dei quali prendono forma inediti processi, temporalità e spazi prodotti dalla precarietà e dalla crisi. Qui, la sopravvivenza non è l’unico obiettivo; piuttosto, è uno stato dell’esistenza stessa e dei suoi spazi, che coesiste con altre preoccupazioni. Il testo incrocia tre storie spaziali, laddove il margine è margine storico, geografico, discorsivo e urbano. Le tre storie, che emergono direttamente dalle storie di ricerca degli autori, si collocano rispettivamente nella foresta pluviale Perùviana, nella valle di Beqaa in Libano e alla periferia di Yangon, in Birmania.</p> Giovanna Astolfo Camillo Boano Belen Desmaison Copyright (c) 2024 Giovanna Astolfo, Camillo Boano, Belen Desmaison https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18658 novissimə in otto immaginari: potenziale di un nomadismo circostanziale https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18657 Francesca Berni Copyright (c) 2024 Francesca Berni https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18657 Riconfigurazioni dell'urbano. Pratiche inedite di un abitare territoriale https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18842 Lidia Decandia Giovanni Attili Natalia Agati Alberto Marzo Serena Olcuire Caterina Satta Copyright (c) 2024 Lidia Decandia, Giovanni Attili, Natalia Agati, Alberto Marzo, Serena Olcuire, Caterina Satta https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18842 Teatro Selvatico: entità artistiche e forme di multiappartenenza a una marginalità https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18663 Giulia Montanaro Leonardo Scogna Copyright (c) 2024 Giulia Montanaro, Leonardo Scogna https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18663 Preziose architetture del paesaggio a bassissima entropia https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18665 Giovanni Andrea Paggiolu Copyright (c) 2024 Giovanni Andrea Paggiolu https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18665 Lo straniero abitante. Margine e centro nel paradigma della mobilità https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18838 <p>A partire da una ricognizione su quella letteratura che individua nel paradigma della mobilità una delle principali chiavi interpretative della contemporaneità, il saggio propone una riflessione più ampia su come forme temporanee dell’abitare, più o meno inedite, sembrino indicare un superamento della più classica dicotomia urbano /rurale.</p> <p>In un contesto come quello delle cosiddette aree marginali, interne, sempre più al centro di attraversamenti e usi stagionali e controversi quali il turismo o il fenomeno delle seconde case, trovano spazio nuove forme di attaccamento ai luoghi, sperimentazioni di multiappartenenza che suggeriscono un ampliamento del concetto stesso di casa.</p> <p><em>&nbsp;</em></p> Alberto Marzo Copyright (c) 2024 Alberto Marzo https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18838 À la recherche de l’"Eutopie" https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18653 <p>En retraçant une anthologie de l’histoire des Utopies, l’historien des techniques Lewis Mumford exhorte les planificateurs à ne pas abandonner le monde réel, à enraciner leur approche dans l’espace concret, qui unit la ville, l’espace de la socialisation par excellence, à tout son territoire environnant. Une conception unitaire du territoire que l’historien américain emprunte directement à son maître, le biologiste Patrick Geddes, qui, tout au long de sa vie, se battra pour la création d’un "réalisme utopique", fruit de l’interrelation synergique des histoires des communautés et les spécificités du territoire sur lesquels sont établies. Dans ce sens, l’Eutopie est un drame qui "a lieu": un processus qui est enraciné dans une perspective territoriale dans laquelle chaque action, chaque travail, chaque production humaine y est inscrite. L'article vise à examiner cette approche eutopique et à analyser les principales références théoriques qui la constituent. Ce faisant, le texte entend mettre en lumière l’actualité de cette approche, en réitérant que le projet de territoire doit prendre en compte le lien indissociable entre la ville et la campagne, l'urbain et le rural, dont la relation synergique est à la base de son écogenèse.</p> Federico Diodato Copyright (c) 2024 Federico Diodato https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18653 Connessioni inedite. Percorsi di vita multilocali, mobilità delle cose, delle informazioni, delle idee e nuove pratiche d’uso del territorio https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18688 <p style="font-weight: 400;">Nell’ambito della continua riconfigurazione delle relazioni socio-spaziali e dei modi di osservarle, è possibile riconoscere come le pratiche dell’abitare, intese come<em> routines</em> spazio-temporali, ma anche come movimenti irregolari, disegnino territori che travalicano continuamente i confini dati (dei quartieri, delle città, delle regioni, degli stati…), connettendo luoghi tra loro anche assai distanti, tappe di percorsi di vita multilocali, a cui si attribuiscono nuovi significati. In questo quadro di riferimento, il contributo propone una riflessione sull’attivazione di luoghi attraverso ‘connessioni inedite’ tra<em> pratiche</em>, che emergono dalla mescolanza di reti lunghe e reti corte, con riferimento a due casi nell’area centrale veneta, particolarmente significativi dal punto di vista della relazione centro/periferia e urbano/rurale.</p> Carla Tedesco Copyright (c) 2024 Carla Tedesco https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18688 Con-dividere e co-costruire la transizione nei territori urbano montani. Riflessioni tra antropologia e urbanistica https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18654 <div> <p>L’illusione che i territori e le comunità montane fossero statiche e storicamente arretrate rispetto alla pianura deriva da una visione urbana tradizionale che nega loro ogni capacità di azione e movimento. A partire dall’inizio del nuovo secolo, le trasformazioni nelle/delle diverse montagne portano con sé importanti rovesciamenti concettuali e interpretativi che permettono di re-interpretare l’idea di margine e marginalità e di scardinare la tradizionale dicotomia urbano-rurale a favore di una costruzione in forma sinergica di tali elementi. In questo quadro, il contributo ha l’obiettivo di restituire e approfondire questi passaggi concettuali necessari per implementare una transizione efficace dei territori montani. A tal fine, nel contributo si intrecciano sguardi disciplinari tra l’antropologia e l’urbanistica, utilizzando un approccio che prevede continui sconfinamenti e la capacità di assumere un pensiero divergente, capace di produrre risposte originali che restituiscono le dinamiche montane della contemporaneità.</p> </div> Valentina Porcellana Federica Corrado Copyright (c) 2024 Valentina Porcellana, Federica Corrado https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18654 La Città Autistica. Alberto Vanolo, Einaudi (2024) https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/article/view/18837 Gioacchino Piras Copyright (c) 2024 Gioacchino Piras https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-06-30 2024-06-30 11 15 10.13133/2532-6562/18837