L'Uomo società tradizione sviluppo https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo <p>L'Uomo è una rivista digitale, open access e peer-review della Sapienza Università di Roma che promuove l’elaborazione, il confronto e la diffusione del sapere antropologico.</p> <p>Pubblicata con cadenza semestrale, accoglie articoli, sezioni monografiche, rassegne, note e recensioni che afferiscono a tutti gli ambiti di indagine relativi alle discipline etno-antropologiche, scritti in italiano, inglese, francese e spagnolo</p> <p>L'Uomo è classificata tra le riviste di "Classe A" per il settore concorsuale 11/A5 dall'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca). </p> <p> </p> <div> </div> Sapienza Università Editrice it-IT L'Uomo società tradizione sviluppo 2465-1761 Genethic India https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18824 <p class="p1"><em>With the crucial question «who is Hindu?» that Savarkar placed at the opening of his </em><em>manifesto book, </em>Hindutva<em>, a radical line of affirmation of Indian identity emerged at the </em><em>beginning of the twentieth century. An ideology that attributes the essential and exclusive </em><em>value of Indianness to the origins, to the Vedic and Brahmanical roots, to the community </em><em>of blood, to religion. The question of autochthony, the controversial theory of the Arya Invasion, </em><em>the persistence of the caste hierarchy as an essential cultural heritage, return today </em><em>to fuel the public debate, while on a scientific level, biomolecular research on the genetic </em><em>composition of the Indian population opens up new grounds for comparison. The traditional </em><em>pre-eminence of the Brahmin caste, the caste of the pure par excellence, claims to be confirmed </em><em>in genetic evidence, thanks to specific markers that distinguish the lineages of the «</em><em>twice-born» from those of the lower castes. However, this original and persistent exclusivity, </em><em>which is maintained over the centuries thanks to a caste endogamy that seeks to preserve the </em><em>purity of the ascriptive identity across generations, does not find unambiguous confirmation </em><em>in the results of biogenetic research. The phylogenetic network of DNA-lines that branch </em><em>out across the geography of the subcontinent, in fact, turns out to be much more varied and </em><em>composite than one would expect, and the alleged continuity of the elite component, than </em><em>that which continues to evoke the Arya legacy, </em><em>cannot find validation in biostatistical data, </em><em>nor in archaeological and paleogenetic data.</em></p> Pier Giorgio Solinas Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 5 38 I’m a Barbie girl https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18820 <p class="p1"><em>Nella società neoliberale euro-americana in cui viviamo, la bellezza è importante. La nostra immagine </em><em>condiziona le nostre possibilità sociali e opportunità professionali. Costruisce la nostra </em><em>identità personale, modella la nostra soggettività, simbolizza e produce significati individuali e </em><em>collettivi. In quest’articolo presento riflessioni teoriche sulla bellezza come capitale, basate sulla </em><em>ricerca etnografica che ho svolto negli ultimi cinque anni nell’area metropolitana di Lisbona </em><em>con donne con età compresa tra i diciotto e i sessantacinque anni, usando la bambola Barbie </em><em>come ispirazione, modello e metodologia di ricerca. Pensare ai modi in cui (ri)facciamo il nostro </em><em>corpo nell’attuale contesto neoliberale, significa non solo esaminare desideri, immaginari e </em><em>tecnologie di miglioramento estetico, ma anche riflettere sul valore economico e sociale della bellezza </em><em>e considerare come, in un clima di estrema competizione, la corsa verso la perfezione conferma </em><em>e rafforza strutture di disuguaglianza, differenziazione e discriminazione preesistenti.</em></p> Chiara Pussetti Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 39 76 Informality between states that do not officially speak: Turkish trucks entering Armenia https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18825 <p class="p1"><em>In many Middle-eastern and former Soviet spaces, informal trade is a common way to avoid </em><em>blockade-related restrictions. However, the institutionalization and diversification of trade </em><em>can create a space where formally conflicting actors can carry out informal trade. Responding </em><em>to the emergence of a new market economy and to the First Nagorno-Karabakh War, informal </em><em>economic relations became a marker of social change in post-Soviet Armenia. Turkey </em><em>has since then prevented the passage of aid destined to Armenia to cross over its borders. </em><em>Armenia’s eastern and western borders are closed. Thus, the country is left with two trading </em><em>routes, via Georgia and Iran. However, informal Armenian Turkish trade relations persisted </em><em>as of the early 1990s. Yet, the blockade does not allow Armenian exports to Turkey via legal </em><em>routes. Meanwhile, Turkey’s exports to Armenia, albeit facing the Turkish government’s legal </em><em>obstructions, are possible in practice. Indeed, many vehicles bearing Turkish number plates </em><em>carry goods to Armenia over Georgia every year. With such a scenario as its backdrop, this </em><em>empirical paper aims to explore the following question: How do informal practices become a </em><em>tool of relations between the two states, able even to resist conflictual events?</em></p> Arsen Hakobyan Marcello Mollica Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 77 102 Corpi Medianici https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18822 <p class="p1"><em>La mobilità transnazionale ha contribuito alla diffusione delle pratiche medianiche brasiliane </em><em>dello Spiritualismo Cristiano del Vale do Amanhecer a livello globale, ma ha anche </em><em>posto la questione di come i medium apprendano a manifestare spiriti appartenenti al </em><em>repertorio spiritualista brasiliano. Da un’analisi delle esperienze dei medium in formazione </em><em>nei templi dell’Amanhecer in Brasile e in Italia emerge uno sviluppo di modalità specifiche </em><em>di apprendimento della medianità e quindi di un «corpo medianico» a livello transnazionale. </em><em>Propongo così di esaminare le dimensioni incorporate e affettive dell’incontro con gli </em><em>spiriti esplorando, da un lato, i modi in cui si fanno presenti modellando i corpi – siano essi </em><em>umani, spirituali o digitali – su varie scale e dall’altro, come questo incontro contribuisca </em><em>a dar forma allo stesso tempo allo spazio sacro del tempio e ad una comunità di pratica. </em><em>Mostrerò inoltre come la prospettiva organica, quella tecnologica e quella immaginale </em><em>intessano trame discorsive in tale costruzione in scala delle nozioni di corpo del Vale do </em><em>Amanhecer a livello transnazionale.</em></p> Emily Pierini Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 103 128 Archeologi, operai e umarèll https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18826 <p class="p1"><em>A partire da una ricerca etnografica svolta a Roma e nel Lazio meridionale, il contributo </em><em>vuole offrire una descrizione delle relazioni di intimità e vicinanza tra gli artefatti di uno </em><em>scavo, gli specialisti di archeologia, i cosiddetti umarèll e gli operai che collaborano nei cantieri </em><em>d’indagine archeologica. Attraverso l’analisi delle pratiche e le retoriche di tali soggetti, </em><em>si descrivono i diversi modi di concepire il rapporto tra pubblico e oggetti di interesse archeologico, </em><em>che ruolo svolgono i legami di affinità tra gli esseri umani e gli artefatti e quali idee </em><em>dell’alterità «non-archeologica» mostrano le rappresentazioni degli umarèll e degli operai fatte </em><em>dagli esperti. In particolare, l’articolo illustra come tali identità essenzializzate favoriscano </em><em>il distanziamento tra esperti e profani, tra chi pu. legittimamente fare intimità con gli oggetti </em><em>di uno scavo e chi – mediante la riproduzione di stereotipi – deve essere posto a distanza </em><em>dagli artefatti e dai relativi legami di affinità. L’esplorazione del peculiare clima di assedio </em><em>esperito dalle archeologhe e dagli archeologi mostra quanto l’archeologia pubblica abbia la </em><em>necessità di comprendere lo «scandalo» delle altre modalità di entrare in relazione con i reperti, </em><em>ma anche quanto l’elaborazione di un’archeologia pubblica riflessiva e inclusiva debba </em><em>contemplare il miglioramento delle condizioni di lavoro di tutte le sue figure professionali.</em></p> Fulvio Cozza Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 129 258 Alfredo López Austin (1936-2021): uno sguardo dall’Italia https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18827 <p>No abstract</p> Alessandro Lupo Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 161 176 O. Costantini, Riprendersi la vita: Etnografia dell’Hotel Quattrostelle occupato tra bisogno e socialità, Ombre Corte, Verona, 2023, 155 pp. https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18832 <p>No abstract</p> Stefano Boni Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 179 184 G. D’Agostino, V. Matera (a cura di), Storie dell’Antropologia, UTET, Milano, 2022, 635 pp. https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18833 <p>No abstract</p> Antonino Colajanni Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 185 192 Isabella Clough Marinaro, Inhabiting Liminal Spaces. Informalities in Governance, Housing, and Economic Activity in Contemporary Italy, Routledge, London and New York, 2023, 212 pp. https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18834 <p>No abstract</p> Cristiana Panella Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 193 196 M. Herzfeld, Subversive Archaism. Troubling Traditionalists and the Politics of National Heritage, Duke University Press, Durham, 2022, 239 pp. https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/18835 <p>No abstract</p> Cristina Pantellaro Copyright (c) 2024 2024-06-24 2024-06-24 13 2 197 204