L'Uomo società tradizione sviluppo
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<p>L'Uomo è una rivista digitale, open access e peer-review della Sapienza Università di Roma che promuove l’elaborazione, il confronto e la diffusione del sapere antropologico.</p> <p>Pubblicata con cadenza semestrale, accoglie articoli, sezioni monografiche, rassegne, note e recensioni che afferiscono a tutti gli ambiti di indagine relativi alle discipline etno-antropologiche, scritti in italiano, inglese, francese e spagnolo</p> <p>L'Uomo è classificata tra le riviste di "Classe A" per il settore concorsuale 11/A5 dall'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca). </p> <p> </p> <div> </div>it-ITalessandro.lupo@uniroma1.it (Alessandro Lupo)alessandro.lupo@uniroma1.it (Alessandro Lupo)Thu, 05 Jun 2025 11:20:58 +0000OJS 3.3.0.13http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss60I padroni del vento
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19120
<p class="p1"><em>Attraverso le parole degli attivisti del comitato No Thyrrenian Link (Selargius, CA), questo </em><em>articolo mira ad indagare le resistenze locali alla proliferazione di pale eoliche in Sardegna </em><em>all’intersezione tra ecologia politica ed antropologia ambientale. Mettendo in dialogo gli </em><em>espropri di terreni operati per la transizione energetica con il concetto di accumulazione </em><em>primitiva, descrivo le modalità in cui tale transizione declini in modo diverso gli stessi meccanismi </em><em>estrattivi alla base del capitalismo, lasciandoli sostanzialmente inalterati e dunque </em><em>configurandosi come un tentativo di mercificazione e privatizzazione di beni fin oggi considerati </em><em>comuni. In tal modo, mostro come i miei interlocutori ridefiniscano la proprietà </em><em>della terra e delle fonti rinnovabili. Successivamente, tramite la descrizione di quello che </em><em>i miei interlocutori chiamano “il metodo Selargius”, discuto le pratiche democratiche dal </em><em>basso emerse tra gli attivisti, leggendo le resistenze locali come prodotto dell’autorità morale </em><em>sulla terra. In tal modo, mostro come tale autorità permetta ai miei interlocutori di ridefinire </em><em>la propria partecipazione politica e concetto di democrazia, fornendo una descrizione </em><em>locale delle modalità in cui oggi i beni comuni vengono erosi dal mercato, con le drammatiche </em><em>conseguenze sulla sovranità alimentare e sul tessuto sociale delle popolazioni coinvolte.</em></p>Alessandro Guglielmo
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19120Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000Indigenous Tribute in Pre-Columbian and Christian Religious Mesoamerican Context
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19137
<p class="p1"><em>Several cases exist in which indigenous communities combine traditional ritual objects </em><em>– especially codices – with Christian liturgical elements such as choir books, papal bulls, </em><em>and sculptural images. This relationship demonstrates a dynamic and flexible indigenous </em><em>ideology, in which Indigenous people aim to integrate and incorporate, rather than merge </em><em>or blend, culturally foreign elements into their own. Here, we focus on one exceptional and </em><em>almost unknown case. The convent of Tlaquiltenango (Morelos) was built in the second </em><em>half of the Sixteenth century by Indigenous people working for Franciscan friars, and was </em><em>later occupied by Dominican friars. In the cloister walls of this beautiful convent, more </em><em>than one hundred fragments of Indigenous traditional pictography were hidden, discovered </em><em>at the beginning of the Twentieth century. The fragments had been concealed by Indigenous </em><em>people since the Sixteenth century using lime. The main subject of these fragments is tribute </em><em>payment, similar to several other cases we have identified. In this paper, we aim to explore </em><em>some ideas about why tribute payment frequently emerges as the primary theme in Indigenous </em><em>objects hidden inside Christian objects. Our hypothesis is that tribute payment, prior </em><em>to the conquest, carried important connotations that linked Indigenous commoners with </em><em>their traditional lords and authorities, as well as with their gods. These connotations have </em><em>not been sufficiently emphasized and their study may help us understand why some Indigenous </em><em>people concealed tribute codices inside Christian objects during the Sixteenth century </em><em>and possibly thereafter. Here we present an example of the concealment of Indigenous objects </em><em>as a form of homage to their traditional rulers.</em></p>Ethelia Ruiz Medrano
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19137Tue, 31 Dec 2024 00:00:00 +0000Ambivalenze, possibilità e impossibilità di un’etnografia «at home» in un centro antiviolenza
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19122
<p class="p1"><em>In un saggio del 1987 sull’auto-antropologia e i suoi limiti, Strathern solleva fin dalle prime </em><em>righe una domanda fondamentale: «how one knows when one is at home». Questa </em><em>domanda apre l’analisi del mio posizionamento in una ricerca etnografica condotta in un </em><em>centro antiviolenza, dove ho lavorato come operatrice, e da cui emergono le ambivalenze e </em><em>le contraddizioni generate dalle relazioni con le mie interlocutrici, in primis le operatrici del </em><em>centro. Il mio essere un’ex operatrice ha reso la mia ricerca un’etnografia at home, sia per il </em><em>contesto studiato, sia per l’oggetto dell’indagine, che ha riguardato l’analisi critica delle pratiche </em><em>di sostegno rivolte a donne con background migratorio. Partendo dalle pratiche che io </em><em>stessa avevo applicato come operatrice, la mia esperienza personale ha costituito, dal punto di </em><em>vista etnografico, il nesso ontologico ed epistemologico della ricerca, rendendo imprescindibile </em><em>interrogare le implicazioni delle mie relazioni con i soggetti coinvolti. Da ciò è emerso un </em><em>processo di negoziazione dei ruoli, dei contenuti, dei metodi e dei prodotti etnografici, in cui </em><em>la mia posizione è stata quella di una ricercatrice «compromessa» dalla sua appartenenza al </em><em>campo di ricerca. L’analisi della mia esperienza si sviluppa attraverso questa serie di riflessioni, </em><em>che, tornando a distanza di tempo sul materiale raccolto, hanno permesso di riconoscere </em><em>i rischi, le impossibilità e le possibilità del processo di ricerca intrapreso.</em></p>Marina Della Rocca
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19122Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000«Eravamo contadine noi, ma tanto! Però davamo da mangiare a “loro”»
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19123
<p class="p1"><em>Nella Laguna di Venezia la vita quotidiana si svolge in stretta interdipendenza con un’ecologia </em><em>dell’acqua che permea i modi di stare al mondo. A partire da una ricerca etnografica </em><em>svolta in Laguna Nord con donne nate perlopiù verso la fine degli anni Trenta, che si </em><em>autodescrivono come contadine, l’articolo riflette sulla percezione del proprio ambiente e </em><em>sull’interrelazione tra isole e Venezia. </em><em>Nella dimensione del ricordo viene detta l’esperienza biografica della fatica e un carico di </em><em>lavoro femminile plurale, opprimente nella vita quotidiana. Centrale è il sentimento del </em><em>noialtri e la sua descrizione nei termini di un sentire fondato su un noi lavoratori/contadini, </em><em>sull’esperienza della mobilità fisica e lavorativa e sull’attraversamento della laguna per </em><em>andare a vendere frutta e verdura al mercato di Rialto. L’analisi esplora controsguardi su Venezia, </em><em>sul simbolo di Rialto, sulla rappresentazione diffusa della città come luogo dominante </em><em>sulla laguna, pensata come territorio marginale, e sul sistema di disuguaglianze sociali sperimentato. </em><em>In questo contesto di dislivelli economici emerge un mondo lagunare indipendente, </em><em>non subordinato al mondo dei sióri e paróni veneziani. Oltre la fatica, le donne che incontro </em><em>raccontano strategie creative di invenzione del proprio quotidiano, pratiche di resistenza </em><em>all’oppressione economica, di avanzamento sociale e di conquiste personali.</em></p>Elena Zapponi
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19123Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000L’etnocentrismo critico nella ricerca storica e antropologica di Ernesto De Martino
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19124
<p class="p1"><em>Il saggio parte da una considerazione positiva del successo che recentemente ha avuto all’estero </em><em>(in Francia e negli Stati Uniti) la formula inventata da De Martino dell’«etnocentrismo </em><em>critico»; che tuttavia non ha suscitato molti commenti analitici né integrazioni critiche. </em><em>Infatti, si sostiene che pochi commentatori abbiano considerato eccessiva la «centralità </em><em>dell’Occidente» nella visione e analisi delle culture diverse, nonostante il D. M. abbia </em><em>sottolineato – ma senza approfondirla – l’idea di considerare rilevanti i «limiti» dell’Occidente. </em><em>Inoltre, l’autore rileva che il tema dell’ «etnocentrismo», che risulta fare riferimento </em><em>a un carattere diffuso in tutte le culture umane, non viene approfondito comparativamente, </em><em>e ciò non è notato dai commentatori. Viene anche sostenuta una certa «resistenza» di </em><em>D. M. a considerare l’etnografia come «centro» documentale del quale le opzioni teoriche </em><em>dovrebbero tenere assoluto conto. Una rassegna conclusiva dei numerosi commenti che il </em><em>tema dell’«etnocentrismo critico» ha suscitato, secondo l’autore dimostra come una rilevante </em><em>e straordinariamente provocatoria proposta di De Martino, di fatto, non è stata ancora </em><em>sufficientemente e approfonditamente analizzata e commentata come meriterebbe.</em></p>Antonino Colajanni
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19124Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000La magia e il boom economico: l’eredità culturale di Clara Gallini e la nuova edizione di Dono e malocchio
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19125
<p>No abstract</p>Antonio Fanelli
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19125Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000Abitare futuri oceanici
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19126
<p>No abstract</p>Raffaele Maddaluno
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19126Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000Desideri in movimento: donne che sfidano le frontiere
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19128
<p>No abstract</p>Jasmine Iozzelli
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19128Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000Ri-scrivere il potlatch dal punto di vista dei Kwakwaka’wakw
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19129
<p>No abstract</p>Alessandro Viscomi
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19129Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000J. M. Valenzuela Arce, Corridos Tumbados. Bélicos ya Somos, Bélicos Morimos, NED Ediciones, Barcellona, 2024, 166 pp.
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19130
<p>No abstract</p>Andrea Buchetti
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19130Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000S. Consigliere (a cura di), Materialismo magico. Magia e rivoluzione, DeriveApprodi, Bologna, 2023, 306 pp.
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19131
<p>No abstract</p>Osvaldo Costantini
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19131Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000M. Sahlins, La nuova scienza dell’universo incantato. Un’antropologia dell’umanità (quasi tutta), Raffaello Cortina, Milano, 2023, 210 pp.
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19132
<p>No abstract</p>Claudia Ledderucci
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https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/19132Thu, 05 Jun 2025 00:00:00 +0000