I vizi, indimenticabili amanti. La lettera 69 di Seneca

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DOI:

https://doi.org/10.13133/2785-2849/2407

Abstract

La lettera 69 è una variazione sul tema dell’utilità o meno dei viaggi ai fini del perfezionamento morale: tema molto frequentato da Seneca, soprattutto nelle Epistole. Questo breve testo si distingue dagli altri inerenti al medesimo argomento per la sezione centrale, occupata da una similitudine fra vizi e amanti. Il modello letterario sotteso alla similitudine è senza dubbio l’Ovidio dei Remedia amoris,richiamato da una serie di spie lessicali oltre che dal motivo stesso del viaggio; dal punto di vista filosofico, Seneca si richiama invece a Platone, e in particolare, con l’immagine dei vizi ‘soggiogati’, alla celebre allegoria della biga alata del Fedro. Seneca condivide pienamente i radicali suggerimenti ovidiani per scacciare le tentazioni: e si serve dell’analogia fra vizi e amanti per depotenziare il dettato platonico, che concedeva all’amore una potenzialità psicagogica. Ovidio viene dunque utilizzato come puntello dimostrativo dell’ortodossia stoica in merito alle passioni.

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Pubblicato

2022-11-28

Come citare

Berno, F. R. (2022). I vizi, indimenticabili amanti. La lettera 69 di Seneca. Lucius Annaeus Seneca, 2, 81–102. https://doi.org/10.13133/2785-2849/2407

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