Pratiques religieuses, culture de la migration et imaginaires migratoires en Afrique subsaharienne: les contextes senegalais et guineens
DOI:
https://doi.org/10.13133/1125-5218.14967Abstract
Pratiche religiose, cultura migratoria e immaginario migratorio
nell’Africa sub-sahariana: i contesti senegalese e guineano
La combinazione di diversi fattori (storici, religiosi, politici, economici) fa sì che sempre più africani subsahariani considerino la migrazione un’alternativa alle molte difficoltà locali. In alcune comunità sub-sahariane, forgia una vera cultura della mobilità, predisponendole o supportandole nella formazione e nell’esecuzione del progetto di
migrazione. Tra questi fattori, l’articolo pone l’accento sulle pratiche religiose, nel loro ruolo di ispirazione, predisposizione e sostegno alla migrazione dei sub-sahariani, in particolare senegalesi e guineani. Si tratta di pratiche, credenze e altri rituali religiosi che interagiscono con il progetto e l’atto migratorio come un vero “ammortizzatore” che riduce l’intensità e l’impatto di molteplici “shock” legati alla migrazione. Il ricorso dei migranti e delle loro famiglie a pratiche religiose rafforza e modula il progetto migratorio al fine di anticipare e / o meglio accogliere le difficoltà derivante dall’incontro tra l’immaginario e la realtà migratoria.
Religious practices, migratory culture and migratory imagery
in sub-Saharan Africa: the Senegalese and Guinean contexts
The combination of different factors (historical, religious, political, economic) means that more and more Sub-Saharan Africans consider migration as an alternative to the many local difficulties. In some Sub-Saharan communities the combination forge a true culture of mobility, predisposing and supporting the formation and the execution of the migration project. Among these factors, the article focuses on religious practices in their role of inspiration, predisposition and support to the migration of Sub-Saharans, especially Senegalese and Guineans. These practices, beliefs and other religious rituals, interact with the project and with the migratory act as a real “shock absorber” that reduces the intensity and the impact of multiple “shocks” related to migration.
The use of religious practices strengthens and modulates the migration project to anticipate and / or to better accommodate the shock due to the intersection between the imaginary and the migratory reality.
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