Presentazione
DOI:
https://doi.org/10.13133/1125-5218.15193Abstract
Il terremoto del 6 aprile 2009, che ha causato 308 vittime e ha radicalmente
sconvolto L’Aquila e gli altri 56 comuni del cratere sismico, lasciando segni
indelebili sia nel tessuto urbanistico-architettonico sia a livello socio-economico
e infrastrutturale, è stato affrontato, in termini mediatici, in maniera
«confusa», contribuendo a creare incertezza e a trasmettere informazioni lacunose.
Fino a quando l’evento ha fatto notizia, si è infatti innescato un continuo
confronto tra coloro che parlavano di ricostruzione lampo e coloro che
evidenziavano carenze tali da far gridare allo scandalo e all’immobilismo,
soprattutto nel centro storico di L’Aquila. Con il trascorrere del tempo, della
situazione nei comuni del cratere si è improvvisamente smesso di parlare, se
non in maniera sporadica e comunque sempre poco chiara, lasciando un
alone di mistero sugli sviluppi in atto.
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