Introduzione
DOI:
https://doi.org/10.13133/1125-5218.15347Abstract
Nel 1983 stavo compiendo una ricerca geografica sull'arredo urbano, con particolare riferimento alla città di Roma, da pubblicare nella Collana dell'Istituto di Geografia della Facoltà di Lettere e Filosofia. A integrazione dello studio erano opportune alcune immagini di Roma, per esaminare come la città "si mostrava" all'inizio del Novecento. Si riaffacciò allora il ricordo della presenza nell'Archivio dell'Istituto di vecchie lastre fotografiche, delle quali ero venuto a conoscenza una diecina di anni prima, appena laureato. Mi era stato chiesto, infatti, dal prof. Osvaldo Baldacci, mio Maestro e allora Direttore d'Istituto, di suddividere per soggetto i libri della Biblioteca: una Biblioteca ricchissima e prestigiosa, ma ordinata secondo schemi non più consoni alla fruizione di studenti e ricercatori. Quel lavoro, lungo e faticoso, svolto per di più a titolo gratuito, oltre a consentirmi la conoscenza del patrimonio librario dell'Istituto, mi aveva riservato in compenso non poche sorprese. Tra quelle di maggiore interesse vi era stata la scoperta (per me) in armadi posti in una stanza, usata come archivio-deposito ma in realtà un piccolo e straordinario museo, di migliaia di lastre raccolte in numerosi contenitori di legno o di cartone. Non avevo avuto allora il tempo di visionarle con attenzione, ma il rapido sguardo gettato mi aveva fortemente impressionato, rimanendomi ben impresso nella memoria per una serie di ragioni, che in realtà riguardano tutte le foto d'epoca.##submission.downloads##
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