Dalla Via Cassia alla strada Francigena nell'Alto Lazio

Autori

  • Giuliano Bellezza

DOI:

https://doi.org/10.13133/1125-5218.15371

Abstract

Le strade hanno costituito per i Romani una delle maggiori e più efficaci forme di presa di possesso e controllo del territorio, e la rete delle vie consolari dimostra la loro visione tendenzialmente "imperiale", innovativa nell'ambito della penisola: essi furono i primi a ragionare e fare progetti in termini decisamente più vasti di quelli cui si erano limitati fino allora i possibili competitori confinanti. Lo dimostra proprio il fatto che molte consolari sono state tracciate in gran parte non tanto innovando, quanto collegando il percorso di numerosi tratti di strade preesistenti più brevi, i cui costruttori avevano, evidentemente, orizzonti più limitati. Le pagine che seguono sono dedicate in prevalenza alle vie lungo la direttrice NNO, cioè la Cassia e la Clodia, due vie sulla cui origine si sono avute notevoli discussioni, già tra i due maggiori studiosi dell'Etruria dell'inizio del XX secolo: lo storico italiano Tomassetti (1910) riteneva senza alcun dubbio precedente la Cassia, mentre secondo il classicista inglese (meglio definibile anglo-romano) Ashby ( 1929) la più antica delle due era probabilmente la Clodia, che pure è la meno nota, oggi ancor più di quanto lo fosse all'inizio del '900.

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