"L’immagine del mondo nella geografia dei bambini. Una ricerca sui materiali scolastici e parascolastici italiani fra Otto e Novecento" di Cristiano Giorda
DOI:
https://doi.org/10.13133/2784-9643/17631Abstract
Non sono sicuro quanto il prefatore del volume che “il responsabile dell’impresa [cioè Cristiano Giorda] non si aspettasse che i manuali di geografia per la scuola dell’Ottocento, così come gli atlanti preunitari, o anche solo il puzzle dell’Italia del dopoguerra fossero non solo belli, ma anche straordinariamente utili per riflettere sull’evoluzione storica della disciplina e sui problemi del suo insegnamento” (p.12). Secondo me, invece, se lo aspettava. Magari non immaginava esattamente tutti i risultati a cui sarebbe giunto né la ricchezza delle piste di ricerca che quel fondo gli avrebbe dischiuso. Ma che si trattasse di materiale che toccava la ‘carne viva’ della geografia e ancora non indagato a sufficienza, quindi capace non solo di confermare certezze ma anche di spingere più avanti le conoscenze, beh questo credo che quel responsabile dell’impresa se lo immaginasse eccome. Intanto perché, con questi presupposti, era facile intuire che quel fondo gli avrebbe posto interrogativi stimolanti e ispirato riflessioni originali. Ma poi – e soprattutto – per la banale considerazione che non è l’oggetto di studio a stabilire il valore di una ricerca quanto primariamente l’attitudine del ricercatore, cioè la curiosità che lo anima e la disponibilità a lasciarsi conquistare da ciò che studia. Requisiti che l’autore sa di possedere.
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