La transculturación en la narrativa mexicana

Autori

  • Luisa Pranzetti

Abstract

La prima immagine del Messico nasce in qualche modo ibrida poiché lo stesso Cortés dovette adeguare il referente, cioè il contesto che descriveva, ai concetti della sua formazione culturale.

D'altro canto la cultura indigena appare dominata da un processo di occidentalizzazione durante il quale la sua memoria scritta e orale viene trasformandosi sotto l'influenza della conquista spirituale. In seguito la letteratura del Vicereame soffoca il processo di integrazione culturale a favore di una espressione letteraria che si sviluppa in un circuito chiuso, all'interno del quale l'autore e il destinatario spesso coincidono non solo perché appartengono al medesimo ambito ma soprattutto perché, generahnente, chi scrive è il solo ad avere la possibilità di leggere.

La semplice assimilazione del lessico indigeno non costituisce, in questa fase, una vera e propria fusione di codici linguistici. Inoltre, il ricorso costante alle analogie, ai glossari, alle parafrasi rallenta il processo di transculturazione linguistica anche quando, come nel caso di Suor Juana Inés de la Cruz, Fautore possiede una profonda conoscenza di entrambe le culture.

Tuttavia non mancano esempi di un immaginario che è frutto dell'incontro delle due tradizioni, in grado di costituirsi come varianti meticce del modello europeo, anche se derivate da una situazione particolare. Nel campo letterario, come è noto, non esiste un prodotto meticcio se ci si riferisce al termine in senso strettamente etnico.

Fino al 1821 i metioci furono rifiutati dagli spagnoli, dagli indios e dai creoli. Con Pavvento della Nazione, quando il meticcio comincia a proporsi come produttore di cultura, il suo inserimento supera il condizionamento razziale e si può finalmente parlare di messicano tout court.

Nel XIX secolo inoltre la transculturazione linguistica si intensifica e giunge ad influenzare la lingua nazionale. Tuttavia la letteratura continua ad essere, nella maggior parte dei casi, eterogenea piuttosto che prettamente meticcia. E ciò è dovuto, in realtà, alla sua nascita anomala in un ambiente antilibresco, nel quale soltanto altri aspetti della cultura - musica, folklore, arti figurative, tradizione orale -, diedero vita a un macrocosmo che amalgamava tradizioni diverse.

L'indigenismo del XX secolo allontana invece di avvicinare i mondi giustapposti dalla tradizione liberale fondante la Nazione.

È proprio Juan Rulfo - che paradossahnente di mondo indigeno non parla - ad elaborare nelle sue opere uno spazio artistico, immagine del Messico, che si fonda, a livello letterario, sulla tradizione orale.

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Pubblicato

2019-12-03

Come citare

Pranzetti, L. (2019). La transculturación en la narrativa mexicana. L’Uomo Società Tradizione Sviluppo, 2(2). Recuperato da https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/16111

Fascicolo

Sezione

Articoli