Muslim Meskhetian Returnees in Georgia: Finding Home through Memory, History and Place
Parole chiave:
deportazione, rimpatrio, Mescheti Musulmani, Georgia, memoria collettivaAbstract
Gli ex deportati Mescheti Musulmani, specialmente coloro che hanno scelto il rimpatrio in Georgia, si trovano oggigiorno impegnati in un processo di storicizzazione della violenza subita attraverso la deportazione. Molti sono allo stesso tempo costretti a confrontarsi con pratiche e concezioni della cittadinanza e dell’appartenenza diverse, a causa dei regimi di cittadinanza e immigrazione dei paesi in cui risiedono, o verso i quali intendono migrare. La dimensione comunitaria, attraverso la quale essi esprimono la propria appartenenza a un gruppo etno-nazionale, è al contempo esperita attraverso pratiche diasporiche e transnazionali. Un secondo livello d’analisi investe invece i regimi d’immigrazione e le pratiche di cittadinanza, in particolare l’acquisizione dello “status di rimpatriato” in Georgia. Sono quindi presentate le storie di rimpatrio di due informatori, mettendone in luce le somiglianze e le divergenze, dovute anzitutto al diverso periodo storico nel quale i soggetti hanno compiuto il rientro: il primo, che ho chiamato Resul, si è trasferito con la propria famiglia appena qualche anno fa; il secondo, Kerim, fa parte di un gruppo di deportati che è riuscito rocambolescamente a rimpatriare poco prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica. La descrizione delle pratiche quotidiane e delle interazioni sociali dei deportati rivela quindi quanto le loro vite siano ancora sospese a ragnatele di significati in parte condivisi, ma soprattutto contesi, e quanto la violenza che ha segnato loro storia collettiva possa proiettare la propria ombra anche oggi sulle pratiche classificatorie del potere.