La morte cerebrale in Giappone: tra istituzioni giuridiche e pratica clinica

Autori

  • Alessia Costa SOAS University of London

Parole chiave:

Giappone, Corpo, Morte cerebrale, Donazione d'organi, Legge

Abstract

In Giappone, la ridefinizione di morte su criteri neurologici in relazione alla donazione d’organi è stata oggetto di un acceso dibattito (Lock 2002). La conseguenza di tale controversia è che il Giappone è, ad oggi, uno dei pochi Paesi a non riconoscere legalmente la morte cerebrale come criterio uniforme di morte della persona, nonché la nazione industrializzata con il più basso tasso di donazione cadaverica d’organi. L’articolo presenta una trattazione da un punto di vista antropologico dell’ordinamento giuridico giapponese, e sulla base di interviste qualitative con medici di terapia intensiva e neurochirurghi esplora prassi e significati della diagnosi clinica di morte cerebrale. L’analisi proposta mira a mettere in luce i processi attraverso cui i mutevoli significati e ontologie del corpo, come persona in fin di vita e oggetto della donazione, sono negoziati e realizzati nella pratica. In tale prospettiva, la discussione del caso giapponese offre un importante contributo alla riflessione sul concetto di morte cerebrale, spesso confinato a un dibattito puramente speculativo, in quanto evidenzia le implicazioni pratiche di tale categoria clinica in relazione al problema delle terapie di fine vita e alle istanze di efficacia nella prassi di donazione.

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Pubblicato

2022-04-04

Come citare

Costa, A. (2022). La morte cerebrale in Giappone: tra istituzioni giuridiche e pratica clinica. L’Uomo Società Tradizione Sviluppo, 4(1), 81–100. Recuperato da https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/17900

Fascicolo

Sezione

Sezione monografica