The “difference” that seems to make a difference. Comparative perspectives in medical pluralism

Abstract

Il veleno di scorpione viene da molti anni usato a Cuba nella cura di pazienti affetti da cancro, per ridurre il dolore e gli effetti collaterali della radioterapia e della chemioterapia. Dopo che un popolare show televisivo ha fatto un reportage sul veleno di scorpione e sui suoi usi, questo è divenuto parte della farmacopea di due differenti società (quella cubana e quella italiana), dove ha assunto due significati differenti. L’autore analizza che cosa l’escoazul rivela della società dove è prodotto e di quella in cui, nonostante le difficoltà di approvvigionamento, ha un uso considerevole. Infatti, se è vero che l’atto di assumere una medicina implica molto più che incorporare una sostanza, riproducendo una ideologia della salute (Nichter & Vuckovic 1994), è interessante comprendere quale tipo di ideologie della salute sul pluralismo medico vengano riprodotte attraverso l’uso dell’escoazul come medicina nel sistema sanitario cubano, e in Italia come strategia alternativa di automedicazione. Il caso dell’escoazul sembra suggerire che vi siano due diversi modi di intendere il pluralismo: uno basato sulla capacità (o la sua mancanza) dello Stato di gestire la coesistenza di differenti tradizioni mediche, l’altro che si riferisce a quella dinamica, ilprocesso discontinuo e frammentario che implica complesse negoziazione dell’identità sociale e della moralità, che gli antropologi chiamano “health seeking behaviour” (Kleinman 1980). Infine, l’autore riflette sull’idea che il pluralismo medico abbia a che fare con la possibilità di compiere una scelta sulla propria salute all’interno e al di fuori delle categorie regolamentate dallo Stato.