Asram: A superdiverse illness concept
Parole chiave:
Ghana, asram, complessità, gravidanza, cura, etnografia, mobilità, pluralismoAbstract
In questo contributo gli autori intendono andare oltre i concetti di pluralismo medico e sincretismo per affrontare la dinamica e la natura pluriforme della malattia attraverso una etnografia dettagliata di un concetto di malattia e dei modi in cui esso è negoziato, trasformato e ricostruito viaggiando tra popolazioni, operatori, tradizioni mediche e contesti geografici differenti. Nell’Ashanti, l’asram condensa preoccupazioni, norme di autoattenzione, pratiche e sanzioni sociali relative alle donne incinte e ai loro figli. Esso è usato per pensare e agire durante la gravidanza e i primi mesi di maternità. Nelle performance locali dell’asram, operatori tradizionali, donne incinte, parenti, vicini e operatori biomedici interagiscono tentando di interpretare e migliorare la salute di donne deboli e dei loro figli. Asram è un concetto superdiverso, con un nucleo abbastanza chiaro di significato che permette agli individui di comunicare su di esso e di usarlo nelle pratiche, ma ha anche un più ampio e ambiguo significato. Esso varia muovendosi attraverso i contesti, consentendo una varietà di interpretazioni nelle popolazioni locali, tra i guaritori, nelle diverse aree geografiche tra persone con differenti livelli di scolarizzazione, e tra i diversi operatori biomedici. Benché sia una categoria di malattia “naturale”, il sovrannaturale e la stregoneria sono sempre presenti. Le donne la adattano a come praticamente esperiscono i sintomi fisici, interpretando le specificità delle loro esperienze e le nuove questioni che esse pongono. L’asram è anche una categoria mobile: i migranti lo incorporano e lo portano con loro e i guaritori asante lo riconfezionano, lo riconfigurano e lo commercializzano in altre regioni. Questi flussi comportano risignificazioni e semplificazioni della categoria di asram, così, in contesti in cui la biomedicina rimane relativamente uniforme mentre le pratiche tradizionali sono differenti, ed in cui le reti sociali che orientano l’uso di tali pratiche sono assenti, ne risulta che la fiducia nella biomedicina, e comunque la sua egemonia, sia rinforzata.