Un' altra modernità: Zmitrok Bjadulja e la creazione dell'ebreo bielorusso

Autori

  • Yohanan Petrovsky-Shtern Northwestern University

Parole chiave:

Zmitrok Bjadulja, post-colonial, anti-imperial, Belarusians, East European Jews, fusion cultures, Slavic literatures

Abstract

Un giovane allievo rabbinico di un remoto shtetl bielorusso, Shmuel Plaŭnik, debuttò come poeta ebraico, per passare quindi alla poesia russa, fino ad approdare, con l’adozione dello pseudonimo Zmitrok Bjadulja intorno al 1910, alla prosa e poesia bielorussa e all’integrazione nell’intellighenzia bielorussa. La sua scelta non scontata di un’identità culturale e letteraria bielorussa era in contraddizione con le modalità tradizionali di acculturazione degli ebrei nell’Impero russo, basate sull’ingresso nella lingua e cultura russa maggioritaria. Bjadulja non solo scelse quella che al tempo era una cultura coloniale e priva di una statualità di supporto, ma mantenne anche la sua doppia identità di ebreo bielorusso, che è alla base delle sue narrazioni autobiografiche, dei suoi bozzetti e dei suoi racconti. Nella sua prosa narrativa Bjadulja propose un’innovativa sintesi di elementi slavi e giudaici fondata sulla sua profonda conoscenza delle fonti ebraiche e del folklore bielorusso. Questa fusione forgiò profondamente l’immaginario, i motivi, lo stile e il linguaggio delle sue opere. Bjadulja fu in grado di mettere insieme due culture etno-nazionali prive di uno stato, marginalizzate e deprecate per creare una visione utopica di coesistenza e interferenza ebraicobielorussa che, grazie alla potenza della sua penna, divenne parte fondamentale del canone bielorusso nella sua formazione.

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Pubblicato

2021-12-23

Fascicolo

Sezione

Belarus' europea