Dmitrij Strocev e la resistenza della poesia

Abstract

Questo articolo è dedicato a Dmitrij Strocev (Minsk 1963), una delle principali voci della poesia bielorussa in lingua russa. L'indagine parte dal contesto politico e culturale in cui Strocev sviluppa la sua visione del mondo e dell'arte, ovvero lo sfaccettato mondo del dissenso bielorusso della seconda metà del XX secolo. Particolare attenzione è dedicata a due personalità che sono state fondamentali per Strocev: Kim Chadzeeŭ (Kim Chadeev), motore della "seconda cultura" bielorussa, con cui Strocev entra in contatto all'inizio degli anni Ottanta, e Veniamin Ajzenštadt (noto con lo pseudonimo di Blažennyj), con cui condivide la stessa tensione artistica ed esistenziale, che assume la forma di un dialogo aperto con Dio, ma intriso di realtà concreta. Il poeta diventa un "apostolo delle cose", in una visione che non separa mai il trascendente dall'immanente e trova nella visione mitica una chiave di lettura della storia del suo Paese. Dopo aver individuato le principali fonti della poesia di Strocev, l'articolo ne traccia brevemente l'evoluzione, dalle prime raccolte, influenzate dalla sperimentazione avanguardistica e dal concettualismo moscovita, alle ultime poesie, in cui il poeta esplora nuovi generi e introduce elementi di surrealismo nella cronaca della vita quotidiana. L'ultima parte dell'articolo è dedicata alla produzione più recente di Strocev, le "poesie di protesta" (protestnye stichi) pubblicate per la prima volta su Facebook e poi tradotte in diverse lingue (ucraino, polacco, lituano, italiano, tedesco, svedese) attraverso le quali Strocev testimonia la storia più recente della Belarus' in rivolta. L'obiettivo dell'articolo è presentare la figura di Dmitrij Strocev nel contesto della poesia bielorussa in lingua russa, evidenziando le fonti, i temi e il linguaggio che il poeta utilizza per comunicare la sua visione del mondo e per esprimere attraverso l'arte la sua opposizione al regime di Lukašenka.