"Adoratore della scienza" o "raffinato cesellatore"? Stanisław Lem legge Italo Calvino

Autori

Parole chiave:

Italo Calvino, fantascienza, postmodernismo, tardo modernismo, scienza e letteratura, metafiction, strutturalismo, letterature comparate, ricezione della letteratura italiana in Polonia

Abstract

Il presente studio si propone di esaminare alcuni aspetti dell'opera letteraria e del pensiero di Stanisław Lem e Italo Calvino in prospettiva comparata. Sebbene siano stati osservati diversi parallelismi nei loro testi, queste corrispondenze rimangono poco studiate negli studi sull'opera di Calvino e di Lem. Gli scrittori sono indubbiamente accomunati dalla ferma convinzione dei doveri morali della letteratura nei confronti della società, dall'uso dell'ironia come filtro per affrontare le sfide contemporanee della civiltà, dalla straordinaria erudizione e dalla predilezione per gli scritti di Joseph Conrad e Jorge Luis Borges. D'altra parte, le questioni che meritano di essere approfondite includono il dialogo tra scienza e letteratura nei testi di narrativa e saggistica di entrambi gli autori e il rapporto delle loro opere con il genere della fantascienza e l'estetica del postmodernismo. L'analisi inizia selezionando i commenti di Lem ai libri di Calvino. L'autore polacco conosceva certamente le 'Cosmicomiche' e 'Se in una notte d'inverno un viaggiatore' e ha fatto riferimento alle opere di Calvino nei suoi saggi sulla teoria della fantascienza, nelle interviste e nella corrispondenza, risalenti soprattutto agli anni Settanta e Ottanta. L'autore italiano è anche citato come un "raffinato incisore", un discendente di Benvenuto Cellini nel mondo della letteratura contemporanea, in 'Vuoto assoluto' [1971], la raccolta di Lem di recensioni di libri inesistenti. La conoscenza di Lem dell'opera di Calvino, sicuramente incompleta e superficiale, si basava sostanzialmente sulla ricezione di quest'ultimo in area anglofona, soprattutto da parte di critici e appassionati di fantascienza. In varie occasioni, l'autore polacco ha espresso il suo limitato entusiasmo per le "escursioni" di Calvino nel campo della fantascienza e per la sua opera letteraria in generale. Indipendentemente dalla propria pratica creativa, in cui applicava spesso tecniche narrative sperimentali, Lem si dichiarava un tradizionalista e per questo criticava lo sperimentalismo testuale di Calvino, accusandolo di esagerazioni stilistiche e sterile formalismo. Inoltre, da intransigente oppositore dello strutturalismo in letteratura e nella teoria letteraria, rifiutava l'idea di Calvino di scrittura nel suo complesso, cercando di ignorare le evidenti convergenze con la propria filosofia e la propria opera narrativa. Paradossalmente, già all'inizio degli anni Settanta Lem riconosceva Calvino come una valida figura di riferimento della letteratura mondiale e come parte del canone globale.

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Pubblicato

2021-12-23

Fascicolo

Sezione

Studi e Ricerche