La bulgaristica nei settant'anni di storia di "Ricerche slavistiche"

Autori

  • Tatiana Lekova Università di Napoli "L'Orientale"

Parole chiave:

Bulgarian language, culture, literature, Bulgarian Studies in Italy, history of Slavic Studies, Italian journals of Slavic Studie, “Ricerche slavistiche”

Abstract

Esaminando il patrimonio di studi bulgaristici pubblicati su "Ricerche slavistiche" nel corso di sette decenni, mi sono concentrata sulle recensioni di studi bulgari in Italia scritte da due noti studiosi: Janja Jerkov e Giuseppe Dell'Agata. Questo approccio permette di ricostruire le principali linee di sviluppo sia dei temi tradizionali sia delle tendenze recenti degli studi bulgaristici in Italia. Gli studi del periodo prebellico sono dominati dall'attività di Enrico Damiani e Luigi Salvini, le cui opere furono pubblicate con lo scopo di far conoscere al pubblico italiano il patrimonio culturale del popolo bulgaro, e quindi di diffonderne la storia, la lingua e la cultura. La rivista "Ricerche slavistiche" nacque mentre stava tramontando l'epoca dei padri degli studi bulgari. Mentre i redattori di una precedente rivista, "Bulgaria", aspiravano a far conoscere agli italiani le bellezze culturali del popolo bulgaro, la nuova rivista fu concepita con l'intento programmatico di separare la ricerca scientifica dal giornalismo e di operare un rinnovamento della sfera slava. Nella rassegna degli studi pubblicati su "Ricerche slavistiche", data la sostanziale varietà dei saggi, per ricostruire le principali linee di sviluppo tematico nel corso di settant'anni di storia, qualsiasi suddivisione del materiale bibliografico per argomento avrebbe un valore piuttosto convenzionale. Sperando in un'utilità empirica, sulla falsariga della suddivisione adottata da Dell'Agata, propongo una categorizzazione degli studi: il periodo medievale è trattato nel primo paragrafo, 1) la paleobulgaristica, la lingua e la letteratura del I e II Impero bulgaro; i paragrafi successivi sono: 2) il periodo dal XV al XVIII secolo; l'epoca moderna 3) la lingua neo-bulgara; 4) letteratura moderna; 5) varia; 6) eventi scientifici e culturali bulgaro-italiani. Gli studi più importanti di questo periodo dal punto di vista metodologico si devono a Ivan Dujčev, Riccardo Picchio e Mario Capaldo. Uno dei maggiori studiosi della lingua bulgara moderna è Giuseppe Dell'Agata, i cui studi linguistici hanno segnato una nuova fase per l'epoca della divulgazione e dell'eclettismo degli studi bulgari negli anni Quaranta e Cinquanta. In Italia, il periodo tra le due guerre ha visto lo sviluppo di una tradizione di studi incentrati sui problemi della letteratura e della cultura bulgara ad opera dei maestri e pionieri degli studi bulgari Damiani e Salvini. Un tema ricorrente e di particolare interesse per gli studiosi italiani è la valorizzazione dell'opera del poeta Penčo Slavejkov (1866-1912), considerato "il fondatore" del modernismo letterario bulgaro. I rapporti culturali bulgaro-italiani si inseriscono in una tradizione ininterrotta di quasi un secolo, ancorata agli studi in Italia tra le due guerre, proseguita nel secondo dopoguerra (da Picchio e Borriero), vitale nei decenni successivi (Dell'Agata) fino ai giorni nostri (Jerkov, Marcialis, Stantchev, Garzaniti, Ziffer, Diddi). Concludendo questa rassegna di settant'anni di pubblicazioni bulgare in "Ricerche slavistiche", si osserva, da un lato, un'evoluzione nel tempo degli interessi di studio che cambiano con le generazioni; dall'altro, l'interdisciplinarità e l'interculturalità e, più in generale, la novità e l'originalità degli studi bulgari italiani.

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Pubblicato

2023-05-05

Fascicolo

Sezione

"Ricerche slavistiche": settant'anni di storia