La questione nazionale in Europa centro-orientale

Autori

  • Giuseppe Motta Sapienza Università di Roma

DOI:

https://doi.org/10.13133/2723-9489/1422

Parole chiave:

Autodeterminazione nazionale, Comintern, Minoranze nazionali, Identità nazionali

Abstract

In seguito ai trattati di Versailles, la presenza di diverse minoranze nazionali all’interno degli Stati dell’Europa centro-orientale rappresentò una delle questioni più delicate e controverse per la stabilità dell’intera regione. Di conseguenza, sulla scia delle analoghe problematiche che avevano caratterizzato la Guerra Civile in Russia, il Comintern orientò la propria politica in tale area verso la piena affermazione del principio di auto-determinazione nazionale. Come si cercherà di evidenziare, questa scelta ebbe conseguenze non sempre positive all’interno degli stessi partiti comunisti e contribuì a rendere la loro posizione all’interno dei singoli Stati ancora più precaria. La questione nazionale rappresentò comunque un vivace argomento di discussione e diede vita a esperienze interessanti come quella della federazione balcanica e alla definizione di nuovi progetti identitari. Anche in questo campo, ad ogni modo, la politica del Comintern andò tuttavia evolvendosi a cavallo fra anni Venti e Trenta e finì con l’adattarsi alle linee di politica estera di Mosca.

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Pubblicato

2022-09-14 — Aggiornato il 2022-09-15

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Fascicolo

Sezione

Sezione monografica