L' Internazionale sindacale rossa e le sezioni nazionali: fra centralizzazione e autonomia

Autori

  • Maria Grazia Meriggi Università degli Studi di Bergamo

DOI:

https://doi.org/10.13133/2723-9489/1433

Parole chiave:

Sindacalismi, Conflitti economici e sociali, Culture sindacali e sindacaliste rivoluzionarie.

Abstract

In queste note avanzo qualche ipotesi sui rapporti fra il Comintern, il Profintern e i sindacalismi degli anni fra le due guerre analizzando il rapporto contraddittorio fra sindacalismo conflittuale soprattutto occidentale e linee politiche mutevoli del Comintern. L’esistenza spesso tormentata, le vicende difficili dei suoi principali dirigenti, le libertà delle sezioni nazionali rispetto al centro indicano la specificità delle esperienze sindacali rispetto a quelle politiche contemporanee. Il sindacalismo fu certamente il principale veicolo di influenza dei partiti comunisti nelle società in cui operavano. La stessa bolscevizzazione sarebbe stata impensabile senza la possibilità di contare sui quadri di formazione sindacale. Soprattutto a partire dal ‘28, i sindacati aderenti all’isr avevano adottato una strategia particolarmente radicale negli scioperi. Tuttavia i sindacati russi che quantitativamente dominavano la nuova organizzazione internazionale potevano a fatica essere considerati “sindacati” nel significato occidentale del termine, ma piuttosto strumenti di mobilitazione produttiva. Una evidente contraddizione che ci restituisce l’originalità di questa rete internazionale.

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Pubblicato

2022-09-14 — Aggiornato il 2022-09-15

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Fascicolo

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Sezione monografica