Una mater litigans nella Roma chigiana: Giovanna Cesi in Borromeo (1598-1672) e il “misconoscimento” del potere femminile nella corte pontificia di metà Seicento

Autori

  • Samuel Weber Universität Bern

DOI:

https://doi.org/10.13133/2723-9489/749

Parole chiave:

nobiltà, società di corte, nepotismo, corte pontificia, maternità

Abstract

L’articolo ricostruisce il percorso di una mater litigans, cioè un’esponente della nobiltà romana che spacciò per amore materno il notevole lavoro di brokerage che svolgeva per conto del figlio prelato. Partendo dalle ricerche di Caroline Castiglione, cui dobbiamo l’espressione, l’articolo indaga le origini e le cause di questa dissimulazione. Utilizzando fonti finora sconosciute su una esemplare mater litigans, Giovanna Cesi in Borromeo (1598-1672), si dimostrerà che la retorica dell’amore materno affiorò a Roma nel momento esatto in cui il nepotismo papale entrò in crisi e dovette essere conciliato con nuovi ideali di servizi pubblico. Nel contesto più ampio della lenta transizione verso l’abolizione del nepotismo, la retorica incentrata sull’amore materno facilitò ciò che con Pierre Bourdieu chiameremo “misconoscimento”: la negazione del persistere delle reti di potere femminili da parte di una élite cortigiana che si stava convertendo ai valori del buon governo in nome del bene comune.

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Pubblicato

2021-12-22

Fascicolo

Sezione

Sezione miscellanea