Con la forza o con l’inganno. Il disarmo dei militari italiani dopo l’8 settembre 1943 nelle memorie aeronautiche

Autori

  • Edoardo Grassi Archivio dell’Ufficio storico dell’Aeronautica militare

DOI:

https://doi.org/10.13133/2723-9489/751

Parole chiave:

8 settembre 1943, regia aeronautica, Wehrmacht, internati militari italiani, superaereo, Seconda guerra mondiale in Italia

Abstract

Molti avvenimenti successivi alla proclamazione dell’armistizio italiano dell’8 settembre 1943, possono essere ricostruiti e analizzati solo attraverso lo studio della memorialistica, per la mancanza di documentazione amministrativa ufficiale. È questo il caso del disarmo dei militari italiani ad opera dell’ex alleato tedesco. Proprio dalla lettura degli scritti personali dei militari appartenenti alla Regia Aeronautica, appare evidente come gli uomini della Wehrmacht ottennero la cessione delle armi perseguendo due diverse strategie: per i reparti italiani dislocati nel Nord Italia, avendo contezza della superiorità qualitativa e quantitativa determinata da una preventiva azione di rafforzamento dell’area, procedettero al disarmo con sorpresa, rapidità e l’uso della forza, senza alcuna contrattazione; differentemente, nei fronti esteri quali Albania, Grecia e Isole dell’Egeo, dove i comandi tedeschi non avevano una scontata superiorità, le memorie ci rendono conto di come la cessione delle armi da parte degli italiani avvenne con l’ingannevole accordo di un loro sicuro rientro a casa. Al disarmo seguì la deportazione e l’assegnazione del non status di Internati Militari Italiani.

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Pubblicato

2021-12-22

Fascicolo

Sezione

Sezione miscellanea