Shakespeare’s Now
DOI:
https://doi.org/10.13133/2283-8759/18980Parole chiave:
lingua di Shakespeare, now, segnali discorsivi, avverbio temporaleAbstract
Il saggio analizza l’uso che Shakespeare e i suoi contemporanei fanno della parola now, identificandola come uno strumento linguistico preciso e con diverse funzioni. Viene utilizzata non solo come semplice avverbio temporale, ma anche come ciò che si definisce, nell’ambito della pragmatica linguistica, un segnale discorsivo, in grado di strutturare lo spazio e il tempo del dramma e di rappresentare le dinamiche fondamentali delle conversazioni tra i personaggi, soprattutto nelle relazioni di potere. Tale interpretazione viene supportata dall’analisi di due drammi di autori contemporanei a Shakespeare, che potrebbero aver esercitato su di lui una forte influenza: The Spanish Tragedy, di Thomas Kyd, e Dido, Queen of Carthage, di Christopher Marlowe. Segue un’analisi di due opere shakespeariane degli esordi, I due gentiluomini di Verona, e il dramma storico Enrico VI 263 (parte terza) – il testo che presenta il più alto numero di occorrenze della parola now nel First Folio. Il saggio mostra come entrambe le opere anticipino la tendenza tipica dell’uso della parola now nei drammi successivi di Shakespeare: nello specifico, l’esercizio della sua funzione strutturante viene sottratto alle figure di potere maschili e viene loro negato, in questo modo, anche il dominio che aspirano ad avere sugli eventi.