Geografie marginali: la mappa e il tempo del piccolo globo virale (Dialogo tra AB e GdS)
DOI:
https://doi.org/10.13133/2784-9643/17643Parole chiave:
virus, globalizzazione, marginalità, Paul CelanAbstract
A partire dal Meridiano di Paul Celan, tra geografia e retorica, si stabilisce un rapporto tra la fase virale del capitalismo e la virale pandemia. Sul versante della retorica, il meridiano si connette al linguaggio dei media e delle comunicazioni ufficiali che utilizza il termine mappa per mettere in immagine la diffusione del Covid-19. Termine che per i geografi significa tecnicamente panno del mondo, ossia qualcosa che avvolge e circonda il mondo con pieghe e intensità in un registro temporale di crisi irriducibile alla ragione reticolare e allo spazio sincronico contemporaneo (Olsson, 2007). È la proiezione di una simile “mappamundi virale” a ridisegnare il contenuto del globo attuale. Il rapporto tra i due globi – analoghi nella loro natura di ibridi capricci metafisici – è stabilito da una linea di margine o di crisi che, intersecando due proiezioni e due immaginazioni geografiche, rinegozia la promessa dei limiti immunitari dell’attuale fase della globalizzazione (Sloterdijk, 2007). È questo il margine, e la marginalità, che la nostra geografia rileva intersecandosi con le plurali temporalità pandemiche.
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