I luoghi dell’arte performativa in Italia tra il 1967 e il 1982

Autori

  • Giulia Oddi

DOI:

https://doi.org/10.13133/2784-9643/18752

Abstract

 

La performance art si diffonde come pratica alternativa all’arte tradizionalmente intesa, quella visitabile nei musei – ma non solo –, che si distingue per la produzione di oggetti collezionabili e talvolta vendibili. La performance pone il corpo dell’artista e le relazioni socio-spaziali che questo costruisce al centro della «scena»: in una galleria, in casa o in una piazza. Un ruolo centrale nel percorso di documentazione di queste pratiche artistiche è svolto dalla creatività di persone che, per passione o per mestiere, realizzano fotografie o collezionano locandine e materiali di altro genere. Allestire una mostra presuppone un lavoro di raccolta e organizzazione dei materiali da esporre; allestire un’esposizione di arte performativa in un museo significa dover recuperare tracce materiali di esibizioni che, per natura, non intendono lasciare segni visibili del loro passaggio.

 

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Pubblicato

2024-06-30

Fascicolo

Sezione

Geoframe (a cura di Epifania Grippo)