La Valle del Salto Cicolano. Una prospettiva di recupero
DOI:
https://doi.org/10.13133/1125-5218.15364Abstract
La regione o cantone, se vogliamo usare un termine caro a Roberto Almagià, del Salto Cicolano è composto da un solco vallivo occupato dal Fiume Salto affluente del Velino che tra gli anni 1937 e 1940 è stato sbarrato originandol'omonimo lago. Lo sbarramento ha determinato l'inabissamento di un intero paese, Borgo San Pietro ricostruito sulla sponda, di una strada comunale e di una porzione del comune di Fiamignano. La valle è chiusa da Nord ad Est dalla catena della Nuria e dalla Montagna della Duchessa che come asserisce sempre Almagià " ... costituiscono una delle aree assolutamente disabitate più estese dell'Italia centrale" (1976, p. 29). Ad ovest la valle è circondata dalla catena del Navegna meno alta delle altre ma difficilmente accessibile a causa delle scarse e poco agibili vie di comunicazione. La creazione del lago e l'ammodernamento della rete viaria hanno cercato di rendere il cantone meno isolato, più facilmente raggiungibile e soprattutto di portare lavoro nella zona che fino agli anni cinquanta era prevalentemente agricola, circa l'84% della popolazione attiva era dedita all' agricoltura prevalentemente di sussistenza. Queste aspettative sono state profondamente disattese, tanto che oggi la situazione economica non è molto cambiata e la regione continua ad essere una delle più povere e meno visitate dell'Italia centrale e del Lazio.
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