I Monti Simbruini Occidentali

Authors

  • Lidia Scarpelli

DOI:

https://doi.org/10.13133/1125-5218.16321

Abstract

Per quanto strano possa sembrare, in un Paese come l'Italia, dove
insediamento e civiltà hanno una storia plurimillenaria, vi sono ancora
piccole individualità subregionali che non sono "territorio", nel pieno
senso tecnico del termine. Si tratta di "vuoti relativi" in cui la presa di
coscienza delle magrissime risorse locali da parte delle unità sociali, insediate
ai loro margini, non si esprime "attivamente", cioè attraverso la
vera e propria costruzione di "ambienti volontaristicamente ordinati", e,
quindi, con l'incorporazione di alte quantità di lavoro umano per unità
di superficie, in forme fisse e di manutenzione, ma in adattamenti piuttosto
"passivi", ossia con l'intervento minimo, come il pascolo brado e
l'utilizzo delle poche specie arboree e arbustive. Ciò non significa assenza
totale di elementi antropici: per esempio il pascolo e gli usi ad esso
relativi, operano selettivamente sulla flora e sulla fauna, creano alcune
forme di insediamento stagionale, nonché precario, impediscono attualmente
il formarsi di centri abitati di grande consistenza, ma anche
quello di vere e proprie case coloniche sparse.

Published

2019-12-16

Issue

Section

Articoli