Lo spazio europeo come «LGBTIQ Freedom Zone»: riflessioni geografiche

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DOI :

https://doi.org/10.13133/2784-9643/18727

Mots-clés :

geografie femministe e queer, epistemologie geografiche, soggettività, zona, immaginazioni geografiche

Résumé

Questo articolo parte dalla «Dichiarazione dell’Unione europea come LGBTIQ Freedom Zone», risoluzione approvata nel 2021 dal Parlamento europeo, e in particolare dalla seguente domanda di ricerca: quali immaginazioni geografiche sono rese possibili dall’idea di «LGBTIQ Freedom Zone» («zona di libertà [per le persone] LGBTIQ»)? Per rispondere ad essa, analizzo alcuni dati raccolti in una mia ricerca qualitativa sul campo, consistente in interviste semi-strutturate a componenti di associazioni LGBTQ+ italiane. L’analisi dei dati – e dei punti di vista queer in essi contenuti – è approfondita attraverso riflessioni di epistemologia geografica condotte da una prospettiva femminista. Nell’interpretazione che propongo, le immaginazioni geografiche legate all’idea di «LGBTIQ Freedom Zone» ruotano attorno al concetto di libertà, nella misura in cui tale concetto interseca e fa interagire, da una parte, un’epistemologia geografica della visibilità dei soggetti – plurali e corporei – e, dall’altra, la costruzione di una teoria geografica del concetto di zona. Zona viene qui interpretata come anti-cartografico spazio di libertà e di differenza non gerarchica.

 

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Publiée

2025-01-23

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