Simonetta de Filippis, "William Shakespeare e il senso del comico"
DOI:
https://doi.org/10.13133/2239-1983/17690Abstract
Con le sue commedie Shakespeare porta il comico a un livello superiore tanto da potersi misurare con i grandi generi della tragedia e dell’epica. Già nel 1598, infatti, Francis Meres paragona il drammaturgo a Plauto e Seneca e afferma che “Shakespeare among ye English is the most excellent in both kinds [i.e. comedy and tragedy] for the stage” (Allen 1933, 282r). Da sempre la commedia è genere duttile e flessibile e il teatro shakespeariano utilizza questa fluidità nelle forme, nei personaggi e nei linguaggi come potente stimolo di sperimentazione, ma anche di riflessione sulla realtà.
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