Sociobiologia e cultura. Nuove ipotesi su monogamia, esogamia, tabù dell'incesto e determinate forme di matrimonio privilegiato
Abstract
La prospettiva biologica recentemente riemersa nelle scienze sociali, in relazione con gli importanti sviluppi della genetica, dell'etologia, della primatologia e soprattutto della sociobiologia, ha rinnovato in questi ultimi anni l'interesse per lo studio di uno dei più classici temi dell'antropologia culturale: la parentela. Questo articolo propone una nuova ipotesi sull'origine della monogamia a partire dalle recenti acquisizioni sull'evoluzione dell'altruismo, una disposizione che si afferma tanto più facilmente in una determinata popolazione quanto più alto è il coefficiente di consanguineità degli individui che lo compongono, coefficiente che è tanto più alto quanto più la famiglia è “ristretta”. Per questa ragione nella selezione interdemica la poligamia tende ad affermarsi sulla promiscuità e la monogamia sulla poligamia. L'articolo propone poi nuove interpretazioni del levirato, del sororato e di determinate forme di matrimonio preferenziale. In particolare viene qui dimostrato, contro l'opinione a lungo accettata, il diverso grado di affinità biologica media dei cugini paralleli e dei cugini incrociati e s'interpreta su questa base la preferenza che molte società primitive riservano a questi ultimi per quanto concerne i matrimoni.
L'articolo si conclude con alcune osservazioni sul tabù dell'incesto, interpretato come l'istituto sociale che rafforza tendenze all'evitamento delle più strette forme d'inincrocio già chiaramente attestare nei primati infra-umani, e sull'esogamia, analizzata come un costume che istituzionalizza lo scambio genetico fra i gruppi e consente la diffusione a sfere sempre più ampie dell'altruismo a base genetica e delle forme di solidarietà e di cooperazione sociale su di esso fondate.