El “canto de la tortuga”: entre política y acción ceremonial en San Mateo del Mar (Oaxaca, México)
Parole chiave:
Huave/Ikoots, orazione cerimoniale, analisis morfo-retorico, Pentecoste-Corpus Christi, liturgie indigene, evangelizzazioneAbstract
Gli Ikoots (Huave) di San Mateo del Mar hanno un vasto repertorio di orazioni cerimoniali enunciate durante i rituali religiosi e civili, definiti mipoch dios (let. ‘la sua parola dio’, la parola di dio), la maggior parte in ombeayiüts (‘la nostra bocca’, la nostra lingua). Tra queste il miverso poj (let. ‘il suo verso tartaruga’, il canto della tartaruga), che si recitava nel giorno di Pentecoste, riveste una grande importanza nel ciclo dei rituali per propiziare le piogge e delle celebrazioni del Corpus Domini. Questo lavoro si concentra sull’analisi testuale di una versione del miverso poj (registrata nel 1963) e sugli strumenti linguistici e retorici utilizzati perché il rituale sia efficace, anziché sui possibili significati simbolici del rituale che dal 1975 non è più eseguito. Tale tipo di analisi ha permesso tre livelli interpretativi: il primo getta un ponte tra i significati ideologici e pragmatici ricoperti dall’azione rituale ikoots e quelli legati alla liturgia cattolica introdotta dai Domenicani a partire dal XVI secolo; il secondo esplora i significati simbolici e pratici dell’azione rituale insieme al senso del contesto spazio-temporale in cui si situa l’azione e l’audience; il terzo affronta il ruolo imprescindibile degli strumenti morfologici, retorici e poetici per scandire le tappe dell’azione rituale, ma ancor più per far sì che l’intero rituale sia efficace.