La fistola ostetrica in Tigray. Retoriche culturaliste e violenza strutturale

Autori

  • Désirée Adami Missione Etnologica Italiana in Tigray - Etiopia

Parole chiave:

Fistola ostetrica, Violenza strutturale, Ineguaglianza, Politiche sanitarie, Ethos compassionevole

Abstract

Ormai scomparsa nel prospero mondo occidentale, la fistola ostetrica è ancora drammaticamente presente tra le fasce più povere, malnutrite e socialmente svantaggiate della popolazione femminile dei paesi del Terzo mondo, nonostante i finanziamenti e i numerosi interventi tesi a salvaguardare la salute materna in questi Stati. Un’analisi dell’origine sociale della malattia condotta in Tigray (Etiopia) ha permesso di mostrare come sia la violenza di forze sociali strutturalmente deprivanti e non paritarie a produrre il rischio di esposizione di determinati soggetti a forme di malessere che si iscrivono nei corpi. Attraverso la biografia di una delle vittime di fistola ostetrica si renderà esplicito il profondo legame tra povertà, disuguaglianze e malattia che troppo spesso le politiche globali alla salute in Africa hanno ignorato, sorrette da un “ethos compassionevole” (Fassin, 2006; 2010) e da un approccio cognitivo-comportamentale che tende ad individualizzare i processi sociali della malattia (depoliticizzandoli), e offusca le reali dinamiche (economiche, sociali e politiche) che producono contesti di rischio.

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Pubblicato

2022-04-04

Come citare

Adami, D. (2022). La fistola ostetrica in Tigray. Retoriche culturaliste e violenza strutturale. L’Uomo Società Tradizione Sviluppo, 4(1), 23–40. Recuperato da https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/17897

Fascicolo

Sezione

Sezione monografica