La fistola ostetrica in Tigray. Retoriche culturaliste e violenza strutturale
Parole chiave:
Fistola ostetrica, Violenza strutturale, Ineguaglianza, Politiche sanitarie, Ethos compassionevoleAbstract
Ormai scomparsa nel prospero mondo occidentale, la fistola ostetrica è ancora drammaticamente presente tra le fasce più povere, malnutrite e socialmente svantaggiate della popolazione femminile dei paesi del Terzo mondo, nonostante i finanziamenti e i numerosi interventi tesi a salvaguardare la salute materna in questi Stati. Un’analisi dell’origine sociale della malattia condotta in Tigray (Etiopia) ha permesso di mostrare come sia la violenza di forze sociali strutturalmente deprivanti e non paritarie a produrre il rischio di esposizione di determinati soggetti a forme di malessere che si iscrivono nei corpi. Attraverso la biografia di una delle vittime di fistola ostetrica si renderà esplicito il profondo legame tra povertà, disuguaglianze e malattia che troppo spesso le politiche globali alla salute in Africa hanno ignorato, sorrette da un “ethos compassionevole” (Fassin, 2006; 2010) e da un approccio cognitivo-comportamentale che tende ad individualizzare i processi sociali della malattia (depoliticizzandoli), e offusca le reali dinamiche (economiche, sociali e politiche) che producono contesti di rischio.