I giovani talibé di Touba e Mbacké Baol tra ethos religioso e soggettività politiche
Parole chiave:
confraternita, rituali, giovani, religione, città.Abstract
La confraternita sufi della Muridiyya è oggi una delle più imponenti comunità religiosedel Senegal. Ha costruito un territorio autonomo al cuore dello Stato post-coloniale nel quale sorgono i suoi santuari e dove prende forma un’insolita organizzazione sociale che gravita intorno alle famiglie e le case delle guide religiose. Le strutture politiche e le reti capillari che esse configurano compongono forme di affiliazione e assoggettamento che trasformano i legami di parentela e ridisegnano i profili sempre più diasporici dell’intimità familiare. Al cuore di questo edificio religioso, dei suoi sistemi di doni e poteri, delle transazioni egemoniche e delle economie politiche di questa metropoli spirituale, le giovani generazioni di discepoli e fedeli sembrano innestare una sorprendente vitalità sulle liturgie dei loro padri. Questo saggio tenta di dialogare con lo sguardo di questi giovani, contestualizzandone le contraddizioni,
le ambivalenze e i desideri nel tentativo di ripensare l’esperienza religiosa, nella sua dimensione locale, come una complessa fonte di poteri generatrice di immagini barocche, ideologie, icone e riflessività disseminate nelle pratiche del quotidiano. Un’attenta analisi delle liturgie dei cadetti della confraternita dev’essere in grado di restituire tutta la forza morale e politica delle soggettività giovanili che negoziano le loro finzioni religiose e familiari entro intricati rapporti di forza.