Il ritorno di Caa Pwädé
Un caso di restituzione negoziata del sapere antropologico in Nuova Caledonia
Parole chiave:
restituzione, patrimonio, memoria, Nuova Caledonia, Alban BensaAbstract
Nel particolare contesto della Nuova Caledonia l’articolo affronta un caso specifico di restituzione negoziata del sapere antropologico che ha come sfondo la tribù di Ouaté, a nord de la Grande Terre. La vicenda si inserisce nel quadro del dibattuto tema della repatriation in Oceania spostando l’attenzione sul ritorno di un determinato sapere orale custodito e rimaneggiato da un antropologo francese, Alban Bensa, che proprio a Ouaté ha svolto le sue prime ricerche sul campo agli inizi degli anni Settanta. Grazie al lavoro di una scuola autogestita dagli abitanti di Ouaté – capace di mettere in atto un processo diffuso di ricerca, riscoperta e riappropriazione del ricco patrimonio materiale e immateriale della tribù – hanno luogo la richiesta di restituzione e l’inaspettato ritorno di Bensa. Ancora una volta l’arcipelago (conosciuto per l’innovativa proposta degli objets ambassadeurs) è protagonista di un originale processo di restituzione, ma in questo caso non si tratta di oggetti sacri, reliquie, teste appartenenti ad antichi capi rivoluzionari o altri resti umani conservati nei musei o in collezioni private. Quella degli abitanti di Ouaté è la richiesta del rimpatrio di una memoria perduta e travagliata che ha abbandonato i suoi connotati di località, trasportata dalla penna dell’antropologo nell’universo accademico francese, per poi ritornare, dopo anni, nel luogo dal quale si è generata. Il ritorno di questi documenti scritti innesta un’originale dinamica per la quale gli abitanti stessi della tribù riescono a negoziare una collaborazione con l’antropologo, per essere anche loro attori partecipanti nella costruzione di un “patrimonio kanak scritto”.