Ricerca antropologica e cooperazione sanitaria internazionale. Caso studio di un progetto di salute materna nella zona del Bale (Regione Oromia, sud Etiopia)
Abstract
Il presente articolo intende riflettere sul rapporto e sulle possibili collaborazioni tra antropologia e cooperazione sanitaria internazionale, partendo dal caso di studio di una ricerca antropologica svolta tra marzo e giugno 2017 nell’ambito di un progetto triennale sulla salute materna nel Bale (Etiopia), realizzato dalla ONG Comitato Collaborazione Medica (CCM). La co-disciplinarità ha dato adito a confronti tra approcci e linguaggi differenti: quello dell’antropologia medica, quello della biomedicina e quello dello “sviluppo”, mettendo in luce criticità e spazi di negoziazione e riconfigurazioni reciproche. La necessità, ad esempio, di adattare una metodologia etnografica “classica” ai limiti di tempo e di restituzione imposti da un progetto di cooperazione; la difficoltà di far percepire agli informatori il lavoro di campo come “ricerca” e non come semplice “valutazione”. La ricerca ha fatto emergere importanti questioni quali e differenti percezioni legate al parto come evento “naturale” e la non universalità della sua medicalizzazione; ha invitato a riflettere sulle modalità di coinvolgimento delle levatrici tradizionali come “educatrici comunitarie” o come vere e proprie risorse di cura da valorizzare; ha cercato di comprendere come gli attori sociali si rapportassero alle attività proposte dal progetto. L’obiettivo della ricerca era quello di gettare uno sguardo profondo sulle relazioni tra comunità locale e attività progettuali e di formulare proposte operative per il futuro, che si fondassero proprio su tale approfondimento. Questa esperienza ha cercato di dimostrare quale può essere il contributo in-formativo e tras-formativo della disciplina antropologica in progetti di cooperazione sanitaria.