Come sopravvivere nei “quartieri bassi”: etiche ordinarie della solidarietà e del conflitto ad Antananarivo (Madagascar)
Abstract
Riassunto
Spesso caratterizzati da povertà estrema, insicurezza e violenza diffusa, i cosiddetti bas quartiers di Antananarivo, la capitale del Madagascar, rappresentano spazi di rinegoziazione costante delle reti sociali su cui si basa la sopravvivenza quotidiana dei loro abitanti, i quali sono spesso sottoposti a gravi forme di marginalizzazione economica e sociale. A partire dall’analisi delle traiettorie di vita di tre anziani di uno di questi quartieri, questo articolo esplora come un passato di militanza politica e una lunga storia di marginalità e stigmatizzazione sociale abbiano strutturato le “etiche ordinarie” della generazione di abitanti dei bas quartiers che è nata poco prima dell’indipendenza e che ha attraversato tutta la storia post-coloniale dell’isola. Su queste “etiche ordinarie” si sono fondate sia reti locali di solidarietà che possono trascendere appartenenze etniche e familiari sia dinamiche di conflitto che impattano profondamente su come il contesto urbano è vissuto quotidianamente.
How to Survive in the “Bas Quartiers”: Ordinary Ethics of Solidarity
and Conflicts in Antananarivo (Madagascar)
Often characterised by extreme poverty, insecurity and widespread violence, the so-called bas quartiers of Antananarivo, the capital of Madagascar, represent spaces for constant renegotiation of the social networks that guarantee daily survival for their inhabitants, who are often severely marginalised both economically and socially. By analysing the life trajectories of three elderly people in one of these neighbourhoods, this article explores how a history of political militancy and long experience of marginality and social stigma have structured the “ordinary ethics” of the generation of residents of the bas quartiers who were born just before independence and whose lives thus spanned the island’s whole post-colonial story. On the basis of these “ordinary ethics” people structure both the local networks of solidarity that can transcend ethnic and family belongings, and the dynamics of conflict that profoundly influence the everyday life in urban contexts.