Come e perché decidere di “fare l’antropologo”: una personale case history nella brasiliana São Paulo degli anni Quaranta
Abstract
Esplorando i ricordi della sua infanzia e della sua prima giovinezza, l’autore (che ha ormai 86 anni) cerca di individuare i principali fattori di vario ordine e di diverso livello e intensità, che hanno contribuito tanto tempo prima alla sua scelta di “fare l’antropologo”, e a un’altra scelta, che ritiene fortemente correlata, quella politica “a sinistra”. Passa così in rassegna una serie di avvenimenti, di piccole e grandi esperienze e di suoi vissuti soggettivi, prima in Italia, fra Padova e Trieste, e poi emigrato con la famiglia in un contesto totalmente diverso, a São Paulo in Brasile, in seguito alle “leggi razziali” fasciste. Così, è a São Paulo e nelle sue molteplici dimensioni e contraddizioni, che si svolge il suo principale curriculum formativo, dalla quinta elementare al primo anno di università. Un curriculum che in qualche modo si frattura – ma lascia il suo segno incancellabile – con il “ritorno” familiare in Italia, dopo la fine della Seconda guerra mondiale.