«Quel che conta è l’azione, tutto il resto è solo ombra, mero ragionamento». Herder precursore delle teorie sull’Embodiment e sulla cognizione incarnata
Keywords:
Embodiment / 4 E Cognition/ HerderAbstract
Obiettivo del nostro studio è dimostrare come le recenti teorie sulla cognizione incarnata, che godono di molteplici verifiche sperimentali, trovino i loro prodromi nel discorso antropologico, filosofico, fisiologico e scientifico del Settecento tedesco e, specificamente, nella teoria della conoscenza di Herder, nella sua antropologia filosofica, come anche gli studi sull’origine del linguaggio, sulla percezione estetica, sull’empatia. Le teorie di Johann Gottfried Herder, figura chiave della cultura della Aufklärung, oltre che per i noti meriti di filosofo, antropologo, teorico di letteratura e di estetica, riacquisiscono pertanto la loro centralità nell’odierno discorso filosofico e scientifico, per via dell’interesse crescente suscitato dal suo pensiero nell’ambito transdisciplinare del bio-cultural turn, e specificamente delle ricerche cognitive. Superando il discorso medico, antropologico ed estetico del tempo, le ardite ipotesi herderiane costituiscono un’anticipazione di alcuni snodi fondamentali della moderna concezione cognitiva della conoscenza e della mente. Nella sua opera, a cerniera fra le teorie primo-settecentesche e quelle romantiche, il grande tema della embodied mind, ovvero la mente incarnata, trova un’articolata teorizzazione, espressa ovviamente nel linguaggio del tempo. Postulando con vigore l’inscindibile unitarietà di corpo e mente, individuo e società, il filosofo tedesco assurge ad anticipatore dell’attuale necessità di ricongiungere le prospettive della ricerca per affrontare, grazie alla conciliazione tra i saperi, la più grande delle frontiere conoscitive: l’essere umano e la sua mente.