Vol. 12 (2019)
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Il rapporto tra parola e coscienza è più profondo di quanto sembri: le storie che raccontiamo plasmano la nostra percezione, le teorie del passato anticipano le domande del presente, e le strutture linguistiche modellano il nostro modo di pensare.
In questo numero: la saga islandese di san Benedetto mostra come tempo e spazio si dissolvano in una prospettiva cosmica che trascende i limiti della narrazione tradizionale. Il filosofo - e non solo - Johann Gottfried Herder, nel cuore dell’Illuminismo tedesco, anticipa le ricadute della cognizione incarnata postulando il legame inscindibile tra corpo e mente. Il componimento Fine Amours claimme en moi par hiretage, si rivela essere un unicum nel panorama tradizione poetica medievale, e per la raffinatezza retorica e per un uso particolarmente efficace dell’enjambement. Un'analisi metrico-rimica delle muwaššaḥat ebraiche con ḫaraǧāt romanze, corredato di scelte traduttive in lingua italiana, dimostrano che la poesia può oltrepassare le barriere culturali. In ultimo, uno studio sperimentale sulle capacità metalinguistiche nei bambini suggerisce che la consapevolezza della lingua è un motore della precisione cognitiva.
Il linguaggio, in sintesi, non è solo uno strumento: è il filo che lega pensiero, cultura e immaginazione, un codice che, nel suo costante mutamento, ridefinisce il modo in cui abitiamo il mondo.
Published:
2019-09-06