Vol. 11 (2018)
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L'intenzionalità della parola, la costruzione del significato e la manipolazione della verità sono i temi che attraversano questi studi. Gli acrostici presenti nella Commedia di Dante, individuati con strumenti digitali, sollevano la questione dell’intenzionalità autoriale: segni nascosti o illusioni della lettura? Allo stesso modo, la falsificazione nei testi neotestamentari viene esaminata come strategia di costruzione del consenso, sfruttando le dinamiche della psicologia evoluzionistica. Ma non è solo la verità a essere in bilico: l’attribuzione testuale e il rapporto tra forma e autore emergono dall’analisi del Canzoniere Clairambault, che impone una riorganizzazione sistematica delle liriche, e dalla nuova edizione critica di due componimenti del Castellano di Coucy, in cui l’irregolarità strutturale sfida la nozione stessa di norma. Il nome di Maria, sospeso tra sacro e profano nella lirica occitanica, mostra come un segno linguistico possa mutare di senso e funzione a seconda del contesto. Boncompagno da Signa registra le vibrazioni del parlato medievale, tracciando un quadro di sociolinguistica ante litteram che anticipa la riflessione di Dante sul volgare. In ogni caso, si conferma la natura duplice del testo: fissazione del pensiero e al tempo stesso campo di forze, in cui verità e interpretazione si confrontano senza mai risolversi.