Transnazionalismo e migrazioni religiose: il caso del candomblé keto italiano

Autori

  • Luisa Faldini Università di Genova

DOI:

https://doi.org/10.13133/2532-1994_2.5_2018

Abstract

In quest’ultimo decennio, con brevi antecedenti, anche il mondo dell’antropologia ha frequentemente dibattuto al suo interno e con il mondo sociologico i concetti di globalizzazione e poi di transnazionalismo (Assayag, 1998), una nuova lente, dopo quella della globalizzazione, che sembrava promettere nuove analisi e interpretazioni, sulla scia dei fenomeni migratori sempre più imponenti, che hanno portato, anche in Italia, una attenzione degli antropologi, dopo quella dei sociologi, ben più antica, al mondo della migrazione.

Ovviamente, è del tutto naturale, aldilà del dibattito sul pro e contro di questa prospettiva, cercare nuove vie interpretative che affiancano, attraverso gli anni, il cambiamento dello sguardo dell’antropologo, tuttavia sarebbe opportuno non soltanto studiare le comunità transnazionali dal punto di vista della loro costituzione (Frigerio, 1997) etc., ma vederne anche il lato politico della loro formazione e il significato, sempre politico che hanno nella loro patria di origine, in termini di prestigio (Capone, 2004) e nella lotta per la preminenza di singoli individui.

Come indicano praticamente tutti gli studi sulle religioni afro-americane (vodu, santeria, candomblé, umbanda etc.), da sempre, anche se in modi diversi, si è avuto a che fare con fenomeni transnazionali, in quanto questo mondo religioso si è costituito sia nelle Americhe e ora in Europa proprio nell’intreccio fra deterritorializzazione e continui e costanti contatti con la patria di origine.

Nel caso italiano relativo al candomblé, dopo un primo periodo « pionieristico », lasciato ad alcuni pais o mães-de-santo, tutti della stessa « linea » religiosa, che hanno sperimentato con esiti più o meno felici l’acquisizione di nuovi iniziati in Italia, considerati soprattutto come un supporto finanziario alle loro attività in Brasile, nel momento dell’assestamento delle comunità, è partita la gara per l’appropriazione di una discendenza religiosa. Cioè,  mentre dagli anni Novanrta a oggi, l’espansione in Italia non ha avuto praticamente echi e le comunità, con sacerdoti italiani, hanno avuto contatti con Africa e Brasile più utilitaristici che di costruzione di una vera rete, negli ultimi due anni alcune comunità sono state raggiunte da proposte da parte di apparteneneti ad altre linee di santuari, in un tentativo di appropriazione che rende visibile da un lato come la migrazione religiosa possa trasformarsi in uno strumento di prestigio e di potere sia per le tradizioni africane che per quelle brasiliane e, dall’altro, a progetti che probabilmente preludono a una fase transnazionale, tutta da costruire. 

Biografia autore

Luisa Faldini, Università di Genova

Docente in quiescenza dall'Università di Genova.

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Pubblicato

2018-03-22

Come citare

Faldini, L. (2018). Transnazionalismo e migrazioni religiose: il caso del candomblé keto italiano. Novecento Transnazionale. Letterature, Arti E Culture, 2, 56–75. https://doi.org/10.13133/2532-1994_2.5_2018

Fascicolo

Sezione

Articoli