Šuillakku di Roberto Cuoghi e TH.2058 di Dominique Gonzalez-Foerster. Civiltà sconosciute dal passato e dal futuro
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-1994/17464Abstract
Il carattere globale dell'attuale crisi sanitaria, che rispecchia le interconnessioni del mondo contemporaneo, autorizza a riconsiderare progetti che ripensano le civiltà. Questo articolo propone un'analisi di due opere del 2008: Šuillakku di Roberto Cuoghi (Modena, 1973), un'installazione sonora immersiva presentata per la prima volta al Castello di Rivoli (Torino) e TH.2058 di Dominique Gonzalez-Foerster (Strasburgo, 1965), un'installazione ambientale concepita per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra. Le opere si sviluppano in due direzioni temporali diametralmente opposte: la prima è radicata nel passato più antico, la seconda è proiettata in un futuro apocalittico. Entrambe le installazioni hanno il potere di trascendere la realtà presente e offrono scorci di civiltà alternative, diverse dalla nostra e sconosciute. Le narrazioni di Cuoghi e Gonzalez-Foerster sono alimentate da un lungo processo di studio e assimilazione del patrimonio artistico, letterario e culturale di una data civiltà o periodo storico, ed entrambe ricorrono a processi di citazione e appropriazione di tipo peculiare e inedito. Attraverso l'analisi di questi progetti sfaccettati, in dialogo con le rispettive pratiche degli artisti, e attraverso una conversazione intrapresa con loro sotto forma di intervista, il saggio propone una riflessione sul presente, sulla qualità profetica dell'arte e qualche prospettiva sull'arte del futuro.
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