L’Europa attraverso gli “occhi del Coyote”: un’analisi dell’opera di Jimmie Durham
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-1994/17915Parole chiave:
Animal Studies, arte contemporanea, Europa, Jimmie Durham, postcolonialismoAbstract
Il contributo proposto riconsidera un momento recente della carriera dell'artista Jimmie Durham, che ha fatto del nomadismo transnazionale una pratica vitale e operativa. Più precisamente nella mostra "God's Children. God's Poems" tenutasi nel 2017 al Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo, Durham presenta una serie di sculture di animali realizzate nel suo tipico stile bricoleur, invitando lo spettatore a riflettere direttamente sulle modalità con cui le popolazioni europee hanno cacciato e quasi sterminato numerose specie, ormai in via di estinzione. Nell'era dell'Antropocene, dove l'azione e la narrazione dominanti sono quelle umane, la storia scritta dai vincitori appare incontrovertibilmente segnata da un paradigma antropocentrico. Quale voce può avere l'animale, relegato in un ruolo simile a quello che la filosofa Gayatri Spivak avrebbe definito "subalterno", nella conformazione critica di un'identità culturale occidentale ed europea? Il saggio si propone quindi di evidenziare il rapporto tra l'artista e il dinamismo della cultura europea e di analizzare i modi in cui alcune recenti sperimentazioni nelle arti visive possono mettere in discussione un aspetto solo apparentemente marginale, relativo ai rapporti di appropriazione ed esclusione determinati dal pensiero europeo.
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