“Il sonno della coscienza genera mostri”: violenza e trauma della guerra in Monsters di Barry Windsor-Smith
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-1994/18306Parole chiave:
Trauma, Comics, Fantastic, War, Windsor-Smith, HolocaustAbstract
Sin dalla sua nascita, negli anni immediatamente antecedenti al secondo conflitto mondiale, il fumetto supereroistico americano ha intrecciato le sue invenzioni immaginifiche con riflessioni (spesso superficiali e stereotipate) sulla guerra e i suoi effetti. Basti pensare alle avventure del Captain America di Simon e Kirby, integerrimo avversario di organizzazioni pseudo-naziste, o alla paura della bomba atomica evocata dall’Hulk di Lee, modelli che costituiscono i principali ipotesti dell’imponente graphic novel Monsters (2021) di Barry Windsor-Smith. Proprio attraverso la rielaborazione e la decostruzione dei motivi e degli stilemi più rappresentativi del fumetto supereroistico, l’autore inglese porta avanti (in un lavoro che lo ha visto impegnato per più di trent’anni) una profonda analisi della società americana e del peso che su di essa ha avuto (e continua ad avere) il trauma postbellico, con il suo portato di sofferenza e violenza. Partendo dalla disamina degli elementi riconducibili a tale sfera semantica, il presente contributo intende indagare le modalità del fantastico che Windsor-Smith utilizza per dare rappresentazione alle diverse forme che il trauma può assumere, in relazione alla specificità del doppio registro – verbale e iconico – del linguaggio fumettistico.
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