Dinamiche del ricordo e memoria della Shoah nei Paesi Bassi
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-1994/18319Abstract
L’indagine sull’evoluzione della memoria della Shoah nei Paesi Bassi presentata in questo articolo parte da recenti e meno recenti luoghi fisici della memoria (musei, memoriali). Secondo diversi studi i Paesi Bassi sono caratterizzati da un paradosso in relazione al trauma della Seconda Guerra mondiale: la condivisa percezione di essere una nazione votata alla tolleranza e alla democrazia si scontra infatti con una delle più alte percentuali nell’Europa occidentale di vittime dello sterminio: oltre il 75% degli ebitanti ebrei dei Paesi Bassi. Peculiari dinamiche di elaborazione della memoria dall’immediato dopoguerra fino alla contemporaneità partono da un’iniziale rimozione delle tragiche dimensioni della Shoah, per evolversi nei decenni successivi verso un più consapevole approccio ai temi del collaborazionismo, del latente antisemitismo e del radicamento della cultura ebraica nell’identità nazionale. Questo percorso può essere letto attraverso luoghi della memoria come la Casa di Anne Frank (aperta al pubblico nel 1960) e il recente Monumento ai Nomi dell’Olocausto (2021) sulla Weesperstraat a Amsterdam, la cui progettazione e allestimento vengono discussi in questo contesto.
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