50 anni tra ricerca e didattica. Materiali per una storia dell'Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (1954-2004)

Authors

  • Giuseppe A. Staluppi

DOI:

https://doi.org/10.13133/1125-5218.15354

Abstract

Quando ho saputo che mi era stato affidato l'incarico di stendere queste note il primo moto è stato quello di rifiutare per tutta una serie di motivazioni. Innanzitutto pensavo, e lo penso tuttora, che ci siano mo,lti altri Soci, con maggiore anzianità nell'Associazione, oltre che éon maggiore esperienza e padronanza, che avrebbero sicuramente potuto assolverlo molto, ma molto meglio di me. Secondariamente il tempo che avevo a disposizione era molto esiguo, di sicuro insufficiente a svolgerlo in tempi ristretti e in modo adeguato, per cui avevo timore di non far in tempo, cosa che si è puntualmente verificata e me ne scuso, rammaricato per il ritardo. Infine avevo il timore di non riuscire a essere così sereno e obiettivo nel delineare i principali avvenimenti della nostra Associazione, perché non sono mai stato un osservatore distaccato, ma un innamorato e gli innamorati, si sa, non sono e non possono essere obiettivi. Queste e molte altre motivazioni non valsero a convincere i miei committenti, fra i quali ci si misero Andrea Bissanti e Gino De Vecchis, due amici ai quali non riesco mai a dire di no. Riflettendo sulla proposta, fui colpito anche da alcune piccole coincidenze: la prima è che io uso abitualmente la sigla GS come firma sui documenti e con la stessa sigla ho sempre indicato la nostra Rivista; la seconda è che il primo Convegno della nostra Associazione si svolse a Bressanone e io mi son trovato, per puro caso, da un lustro circa, ad insegnare proprio a Bressanone; la terza è che I' Associazione è nata a Padova, la città scelta da mio figlio come residenza e che, per questo, frequentandola moltissimo, ho imparato ad amare; la quarta è che mi ricordai di aver già scritto qualcosa di simile, sia pure molto ridotto, che avrebbe potuto servirmi come traccia (Staluppi, 1980); infine mi venne in mente quel che mi diceva sempre l'amatissimo Fausto Bidone: "tu dovresti proprio scrivere una storia dell'Associazione, perché non sono molti quelli che hanno fatto le tue esperienze".